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«L’ennesimo stop agli stabilimenti sciistici è una mazzata»

La rabbia dell’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari. «Ormai la stagione è saltata, ci sentiamo presi in giro»

Pubblicato il: 14/02/2021 – 20:43
«L’ennesimo stop agli stabilimenti sciistici è una mazzata»

ROMA «Una mazzata all’ultimo secondo, perché dopo due rinvii arriva un altro stop. Le Regioni in zona gialla si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, ma si rispegne una macchina che si era messa in moto
nel rispetto delle regole». Lo ha detto il Coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario, commentando l’ordinanza del ministro per la Salute che vieta lo svolgimento
delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021. «Ormai la stagione è saltata, ci sentiamo presi in giro di fronte a tutto quello che abbiamo speso per l’apertura di domani, in vista della quale abbiamo assunto altro personale. I ristori siano immediati, altrimenti il comparto va in fallimento. Siamo il settore più penalizzato: da 12 mesi senza un euro di incasso ma con spese e stipendi da pagare. La cassa integrazione è arrivata a dicembre, da luglio lavoravamo per preparare l’inverno». Questo quanto afferma all’Ansa, l’Anef, l’Associazione Nazionale Esercenti Funiviari.

La rabbia dei maestri di sci

Il Presidente AMSI Nazionale Maurizio Bonelli è intervenuto sul provvedimento adottato dal ministro Speranza: «La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti! L’Associazione Maestri Sci Italiani, si unisce al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e al mondo della montagna in generale. La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell’attività dei maestri di sci – aggiunge – è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020». «Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora – chiosa ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15.000 maestri di sci italiani, dopo tutto questo ‘tira-molla’ delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi, da marzo 2020 a dicembre 2021, se si potrà riprendere nel dicembre prossimo».

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