CATANZARO Un contenzioso “monstre” pari a 300 milioni e un debito aziendale di 53 milioni nel 2018. Sono alcune delle criticità e delle pesanti “zavorre” che la commissione straordinaria si è trovata ad affrontare nell’azione di risanamento dell’Asp di Catanzaro dopo lo scioglimento dell’azienda per infiltrazioni della ‘ndrangheta. È quanto emerge dal decreto con il quale il presidente della Repubblica ha disposto, per altri sei mesi, la proroga del commissariamento dell’Asp catanzarese: il decreto presidenziale, adottato il 14 gennaio su proposta del ministro dell’Interno Lamorgese sulla scorta della relazione del prefetto di Catanzaro, è stato pubblicato sabato sulla Gazzetta ufficiale.
«DISCONTINUITÀ CON IL PASSATO» Nella relazione della Lamorgese allegata al decreto del presidente della Repubblica si illustrano i passi avanti nell’attività della commissione straordinaria per il ritorno della gestione aziendale nell’alveo della legalità. «L’attività della commissione straordinaria – si legge – è stata da subito improntata alla sostanziale discontinuità rispetto al passato, con azioni rivolte a ripristinare la legalità dell’azione amministrativa, partendo innanzitutto dalle criticità individuate in sede di accesso; in particolare, è stato costituito un “ufficio antimafia” posto alle dirette dipendenze della Direzione generale; … è stato altresì approvato uno schema contrattuale da utilizzare nei rapporti tra l’Azienda sanitaria e le strutture private nel quale sono espressamente previsti il divieto di cessione del contratto, il divieto di cessione del credito e la rescissione in danno in caso di accertamento antimafia positivo». La commissione straordinaria – ricorda poi la relazione del ministro dell’Interno – «ha avviato un’incisiva azione di riorganizzazione della struttura dirigenziale provvedendo, tra l’altro, a nominare un nuovo direttore sanitario, un nuovo direttore amministrativo e a rinnovare tutti i capi Dipartimento; … è stata, altresì, riorganizzata l’Unità operativa complessa (Uoc) denominata “Gestione tecnico patrimoniale”…». E ancora la terna commissariale – è scritto ancora – «al fine di rendere più efficiente la fase programmatoria degli acquisti di beni e servizi ed evitare il frequente ricorso alla proroga dei contratti in essere – definita una “prassi ordinaria e tacita” – oltre che per velocizzare il pagamento delle relative fatture, ha posto in essere misure organizzative negli uffici preposti, ricorrendo al Me.Pa. per tutte le gare sotto soglia comunitaria e provvedendo ad avviare con la Consip e con la centrale di committenza regionale apposite convenzioni per le gare di acquisti di beni e servizi di importo superiore; tali misure hanno già consentito di ottenere un risparmio nelle spese ordinarie dell’ente e un miglioramento dei servizi. Per garantire una maggiore trasparenza nella gestione delle procedure di spesa, l’organo commissariale ha predisposto apposita reportistica, quale strumento aggiuntivo di rilevazione e storicizzazione dei pagamenti».
«ATTENZIONE AL CONTENZIOSO» Secondo quatto riferisce la relazione del Viminale allegata al decreto di proroga «al centro dell’attenzione della commissione straordinaria vi è stata l’esigenza di ridurre il notevole carico di contenzioso pari a circa 300 milioni di euro e il recupero del debito aziendale quantificato, nell’anno 2018, in circa 53 milioni di euro. Per porre rimedio a tale situazione, l’organo commissariale ha avviato una riorganizzazione della spesa, in particolare quella relativa alla gestione del patrimonio immobiliare in uso e di proprietà; a tal fine, ha predisposto un apposito regolamento di gestione patrimoniale mobiliare ed immobiliare… Inoltre, sono state avviate tutte le necessarie misure organizzative e di indirizzo tese a migliorare la sinergia tra i diversi uffici, allo scopo di ridurre e gestire meglio il contenzioso».
«SEI MESI IN PIÙ PER COMPLETARE IL LAVORO» Sulla base di queste considerazioni il ministro dell’Interno ritiene quindi Per i motivi sopra descritti risulta, quindi, «necessario che l’organo straordinario disponga di un maggior lasso di tempo per completare le attività in corso, con riferimento al completamento delle procedure per gli appalti di lavori, beni e servizi; alla revisione dei regolamenti aziendali; alla compiuta applicazione del piano delle performance adottato per gli anni 2020/2021; all’implementazione delle verifiche antimafia; al consolidamento del lavoro della task force costituita per la liquidazione delle fatture arretrate; al completamento delsistema di razionalizzazione e dismissione di fitti; all’avvio del piano di fabbisogno territoriale; al completamento dell’azione di razionalizzazione della spesa e del rientro del debito aziendale, oltreché per dare concreta attuazione ad un sistema organizzativo di rotazione degli incarichi. Pertanto, sulla base di tali elementi, ritengo – conclude La Lamorgese – che ricorrano le condizioni per prorogare di ulteriori sei mesi lo scioglimento dell’organo di direzione generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro». (a. cant.)
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