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Consultori a rischio chiusura, la proposta: «Ricorso a specialisti ambulatoriali»

L’idea lanciata da Rubens Curia, intervistato dal Corriere della Calabria. «Presto nuovi incontri con il commissario dell’Asp di Cosenza, La Regina»

Pubblicato il: 18/02/2021 – 8:59
di Fabio Benincasa
Consultori a rischio chiusura, la proposta: «Ricorso a specialisti ambulatoriali»

COSENZA La medicina del territorio non serve solo a contrastare il Covid, ma è necessaria per dare risposta a tutti i pazienti affetti da altre patologie. Senza medicina del territorio ci si ammala di più. E’ un dato di fatto, certificato nei numeri della sanità pubblica calabrese commissariata da oltre dieci anni e sottoposta ad un rigoroso programma di tagli strutturali. Gli effetti prodotti sono stati devastanti, dal debito insanabile all’aumento dei costi per i calabresi che decidono di curarsi fuori regione con una spesa annua di 350 milioni di euro. Di questi, 70 sono relativi a prestazioni di bassa intensità. Un cospicuo stanziamento di circa 49 milioni era arrivato dall’Unione Europea all’indomani della chiusura o ridimensionamento delle strutture successiva al piano di rientro del 2010. I fondi servivano per convertire le strutture nelle zone rimaste prive di servizi medici essenziali in Case della Salute. Di quei denari, ad oggi, nemmeno un euro è stato speso. Del ruolo fondamentale della medicina del territorio e della sua desertificazione ha discusso in un incontro Rubens Curia portavoce di Comunità Competente con i vertici dell’Ordine dei Medici di Cosenza. «Due i motivi che hanno portato al collasso del sistema – secondo Curia. Il primo punto da analizzare – confessa in una intervista al Corriere della Calabria – è la questione culturale. L’ospedale-centrismo ha portato a trascurare il territorio. Un errore grave perché se quest’ultimo non funziona, anche i nosocomi vanno in affanno. Basti pensare a cosa è accaduto in piena pandemia con i pronto soccorso presi d’assalto». «Il territorio – aggiunge Curia – è l’anello debole della sanità, il blocco del turnover negli ultimi 11 anni ha di fatto spogliato i territori dei servizi essenziali. In piedi è rimasto solo il fortino dell’ospedale, con tutti i disagi del caso».

I consultori rischiano di sparire

Rubens Curia ha incontrato il commissario dell’Asp di Cosenza, La Regina per discutere della drammatica situazione in cui versano i 22 consultori della provincia. «Un incontro proficuo – dice Curia – il commissario ha a cuore il problema che attanaglia i consultori piegati dalla carenza di organico. Le attività di alcune strutture – aggiunge – sono ridotte al lumicino: a Castrovillari lavorano solo in due, mentre a Celico è stata evitata la chiusura». «I consultori – continua – sono strutture sanitarie intermedie fondamentali e sono certo che le emergenze possano essere superate grazie al ricorso agli specialisti ambulatoriali, psicologi e ginecologi». «I consultori familiari – chiosa Curia – non sono solo punti di riferimento per gli adolescenti, ma straordinari presidi di prevenzione».

Il “caso” di San Giovanni in Fiore

Nella città della Sila, grazie alla battaglia portata avanti dall’associazione “Donne e diritti” è presente un camper attrezzato con un mammografo che permette screening tumorali alla mammella. Ma nel centro silano, saranno diverse le iniziative che dovrebbero consentire un miglioramento dei servizi sanitari territoriali, come conferma Curia. «Insieme al commissario La Regina incontreremo presto le rappresentanti del Comitato “Donne e diritti” con le proposte relative non solo al consultorio ma anche all’avvio dell’Aft (Aggregazione funzionale territoriale) che rimarrà aperto dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20». «E poi – conclude – il laboratorio d’analisi a San Giovanni in Fiore farà attività anche all’esterno».

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