Riceviamo e pubblichiamo la nota del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso.
«Ho il dovere, ancora una volta, di segnalare quanto succede, in merito alla vicenda della mia bambina, negli uffici del Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, Autorità che ha il compito di tutelare i soggetti più piccoli e indifesi. Nel mio caso la macchina della giustizia si è mossa grazie alla “sollecitazione mediatica” e senza considerare quella che è la sua funzione. Non scrivo ciò per acredine o per rancore ma al fine di sensibilizzare i tanti soggetti che, potrebbero trovarsi in situazioni come la mia: non dimentichiamo quello che è successo a Bibbiano. Qualche mese fa’, preoccupato per le sorti di mia figlia e poiché il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, non emetteva, nonostante le diverse richieste, supportate da documentazione rilevante, anche penalmente, un provvedimento a garanzia dell’effettiva tutela della minore, mi sono rivolto agli organi di stampa denunciandone le carenze. A distanza di pochi giorni, dalla pubblicazione delle mie esternazioni, sulle diverse testate giornalistiche, veniva emesso, quel provvedimento, oltretutto “censurabile”, tanto da essere stato, persino, impugnato dal Pubblico Ministero Minorile, bramato per diversi mesi».
«Bene! Fatto ciò gli Uffici del Tribunale per i Minorenni inspiegabilmente non notificano il decreto al Servizio centrale di protezione, organo che avrebbe dovuto darne esecuzione ai fini della tutela del benessere e dell’integrità della bambina. Solo a distanza di trenta giorni, dal deposito dell’atto in cancelleria, e a seguito di mia richiesta di prova dell’avvenuta notifica del provvedimento al Scp, chi di competenza si adopera a trasmettere il “decreto definitivo da eseguire con urgenza”. Situazione questa che ha dell’incredibile… “da eseguire con urgenza” ma solo dopo un mese? Non ho parole!
Sono veramente stanco, amareggiato e deluso perché la sete di giustizia si scontra con…»
Mancuso Emanuele
x
x