È Filippo Larussa, segretario regionale di Anaao Assomed, a delineare l’attuale scenario, per la verità poco incoraggiante, e che riguarda la Calabria. Ospite in collegamento Skype con la Rai, il segretario ha subito commentato la decisione del presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, di avviare la campagna vaccina anti-Covid nelle scuole, disponendone però la chiusura per tre settimane.
«Non entro nel merito nella necessità della chiusura delle scuole – precisa subito Larussa – ma la vaccinazione del personale di pubblica utilità con il vaccino AstraZeneca appartiene già alla “Fase 2” mentre in Calabria siamo ancora all’anno zero della “Fase 1” e in cui il Cts ha stabilito come priorità gli over 80». «Sono 130mila (circa) e ad oggi – spiega – nessuno di loro è stato vaccinato e la Calabria è l’unica regione in cui non è prevista la prenotazione e l’inizio concreto della somministrazione». «Domani – ha detto ancora Larussa – partiranno in Lombardia per un terzo, in Lazio già 50mila gli anziani vaccinati e in Campania sono 40mila. Ci sono regioni meridionali molto più avanti, noi siamo all’anno zero».
Tante perplessità anche sul presunto accordo raggiunto con i medici di base per la somministrazione dei vaccini proprio alla fascia di popolazione degli over 80. «Si parla di effettuare 18 vaccinazioni ad ora negli studi dei medici di famiglia – spiega Filippo Larussa – ovvero circa tre minuti per ogni over 80 per effettuare tutta la procedura. Penso che onestamente ed oggettivamente impossibile». Eppure la campagna vaccinale per i più anziani, numeri alla mano, è fondamentale perché spiega ancora il segretario regionale di Anaao Assomed «i dati sono consolidati sono chiari: i casi di mortalità sono molto più elevati fra i soggetti anziani e proprio nella fascia over 80. Sono comunque due target diversi, ma è chiaro che vaccinare i più anziani fa diminuire il tasso di crescita dei contagi nella famiglie».
Infine per il segretario Larussa non mancherebbero perplessità anche sulla gestione dell’arrivo, in Calabria, delle ormai temute “varianti” del coronavirus: «Anche sulle varianti la Calabria è ultima perché non ha aderito al primo step sulla sorveglianza. La cosa più grave – spiega – non è però la scarsa professionalità del personale che anzi è tra i più preparati del nostro Paese. Il problema è non aver acquistato per tempo i kit di reagenti per consentire di conoscere in tempo reale la circolazione delle varianti a cui è legata l’attivazione di eventuali allarmi». È chiaro infine per Larussa che le difficoltà in Calabria «sono almeno cento volte amplificate. Sono sconcertato di come il governo nazionale abbia abbandonato la nostra regione e di come Longo si ritrovi a compiere azioni incompatibili con il suo mandato. In queste situazioni di fatto si combatte a mani nude. Che senso ha dunque commissariare la Calabria se poi non vengono messe a disposizione le risorse e il personale necessario?».
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