CATANZARO «La candidatura di de Magistris, e le altre che vanno a pescare nello stesso bacino elettorale del civismo e del centro sinistra, purtroppo sono candidature che impoveriscono la possibilità di poter vincere e di avere un’alternativa al centrodestra. L’elettorato del centrodestra è abbastanza compatto e l’alternativa è frazionata, quindi matematicamente si ripropone lo stesso schema del gennaio 2020, e a vincere sarà necessariamente il candidato che può contare su un’alleanza coesa, che in Calabria ha solo il centrodestra. La candidatura di de Magistris, infatti, può arrivare al 20%, massimo 25, e alla stessa percentuale può arrivare il secondo candidato che pesca nello stesso bacino elettorale. Numericamente, dunque, vince in maniera automatica il centrodestra».
A dirlo all’AdnKronos è Francesco Aiello, professore ordinario di Politica Economica all’Unical e già candidato alla presidenza della Regione con Calabria Civica e il sostegno del M5S.
«Il voto a de Magistris, dunque – spiega Aiello -, sarebbe un voto inutile per lui e per il centrosinistra che ruota intorno al Pd. Certo, il 20% sarebbe un risultato straordinario dal punto di vista individuale, e anche per chi sta intorno a de Magistris e lavora per avere uno scranno a palazzo Campanella, ma sarebbe un successo personale e allo stesso tempo un fallimento e una sconfitta collettiva, perché si consegnerebbe la Calabria di nuovo alla destra, una destra che in questi ultimi mesi ha dimostrato di non avere una visione, e noi abbiamo bisogno di persone che sappiano guardare al di là dei tempi della prossima legislatura».
«Io non credo molto in questa operazione – spiega ancora Aiello – e in questi slogan di rinnovamento, cambiamento, rivoluzione, sono parole prive di contenuto. Ecco perché penso che de Magistris non potrà attirare in massa il voto dei calabresi. Sono un calabrese Doc, conosco molte personalità calabresi in grado di poter fare il presidente della Regione Calabria. Quindi mi associo a tutti coloro che pensano che dovrebbe cessare la fase storica in cui la soluzione dei nostri problemi e la costruzione del nostro futuro debb essere delegata a forze esterne. Dovremmo essere capaci e assumerci la responsabilità politica e sociale di autodeterminarci, e credo che sapremmo farlo».
Per Aiello, infatti, «ci sono personalità di spicco che potrebbero tranquillamente svolgere un ruolo di questa natura in maniera altrettanto positiva rispetto a quella che si immagina possa fare de Magistris. Non si capisce perché dovremmo avere l’ennesimo commissari in Calabria, perché di questo si tratterebbe. Ma i prossimi anni saranno determinanti, saranno un’occasione storica per la Calabria e per chi vuole puntare al rinnovamento e al cambiamento. I soldi che arriveranno in Calabria saranno unici, e per questo ammontare di risorse nazionali e comunitarie occorre programmare bene, che significa non guardare solo alla prossima legislatura, perché ciò determinerà il cambiamento del modo di vivere e delle prospettive di crescita per i prossimi 30 o 40 anni. Ecco perché è importante avere una figura che abbia determinate caratteristiche ma anche una visione di insieme rispetto a quelle che sono le problematiche della Calabria». Un pensiero, di fatto, simile a quello espresso da “Sfida Calabria”, un movimento dei sindaci che ha già manifestato perplessità su Tansi e de Magistris, sposando invece la linea di Nicola Irto.
«Non posso prevedere – sottolinea infine Aiello – quello che accadrà nel campo del centrosinistra, ma credo conti anche il peso relativo ai nastri di partenza. Dai numeri storici dei risultati elettorali, il Pd e i partiti intorno al Pd hanno uno zoccolo duro che dovrebbe pesare sul tavolo dei negoziati, mentre il consenso su de Magistris è comunque incerto. Non vedo soluzioni, dunque, se non quella di azzerare tutte le candidature per favorire un polo riformista trovando una terza via, una soluzione che sia un giusto equilibrio fra la candidatura di de Magistris e quella di Nicola Irto de Magistris ha affermato che non farà un passo indietro come chiesto da Irto, quindi non penso che si possa verificare il contrario. Quello che dovrebbe prevalere oggi, perciò, per senso di responsabilità politica, è di forzare per avere un polo unico del centro sinistra. Chi lavora per dividere è complice dell’immobilismo».
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