CATANZARO L’atto aziendale contiene vision e mission di Asp e Ao, definisce la loro organizzazione e i rapporti con le rappresentanze degli attori sociali e degli enti locali. Si tratta di un documento particolarmente importante soprattutto se si pensa agli effetti drammatici prodotti dal virus. Motivi che impongono la definizione di “Linee Guida” necessarie e propedeutiche alla realizzazione e presentazione dello stesso atto aziendale e cristallizzate nel decreto numero 31 emanato il 18 febbraio 2021 dal commissario ad acta per il rientro dal debito della sanità calabrese, Guido Longo. I commissari delle aziende dovranno adottare gli atti entro novanta giorni dalla loro nomina (avvenuta l’8 gennaio 2021) e trasmetterli entro quindici giorni dall’adozione alla struttura commissariale che procederà a verificarne, con il supporto del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio sanitari, la conformità ai principi e ai contenuti delle “Linee Guida”. In caso di inadempienza, i commissari saranno sollevati dal loro incarico. Un passaggio importante del documento è sicuramente quello rivolto all’organizzazione delle aziende presenti sul territorio regionale. Devono presentare una struttura «snella» e «misurare e verificare le attività espletate dal personale medico e sanitario». Una sottolineatura che a qualcuno potrebbe apparire banale e scontata ma alla luce delle recenti inchieste che hanno mostrato il lato oscuro della gestione dei conti, dei bilanci e degli obiettivi da parte di chi dovrebbe garantire l’efficacia e l’efficienza del sistema sanitario territoriale, pare invece quasi obbligatoria. «Per tutti deve valere il principio che ciò che non si misura non esiste».
Le “Linee Guida” dettate dal commissario ad acta tengono conto del delicato momento del settore sanitario piegato dall’emergenza pandemica. «Lo scenario attuale – si legge – richiede di riorientare il Piano di rientro e i programmi operativi». Nella lotta al Covid, «bisogna essere pronti ad affrontare focolai e microfocolai epidemici e dunque garantire il potenziamento dei servizi finalizzato a recuperare il ritardo nell’assicurare cure e assistenza ai pazienti cronici». In particolare emerge la necessità di implementare i servizi di assistenza domiciliare integrata (Adi) erogati a favore di persone disabili o non autosufficienti e bisognose di assistenza di lunga durata. A tal proposito, è previsto il reclutamento di personale infermieristico e l’introduzione dell’infermiere di quartiere. Nel documento, la struttura commissariale indica come necessario il rafforzamento delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) con la volontà di costituirne una ogni 50.000 abitanti. A supporto del lavoro delle Usca è stata disposta l’assunzione di assistenti sociali.
L’emergenza da Covid 19 ha stravolto il ruolo delle Rsa (Residenze Sanitarie assistenziali) «equiparate ai presidi ospedalieri ai fini dell’accesso, con massima priorità, alla fornitura di dispositivi di protezione individuale», necessari a combattere il virus. Per il 2021 – come da Linee Guida – sarà consentito alle aziende sanitarie locali e agli enti del Sistema sanitario nazionale di incrementare, con ore aggiuntive, il lavoro della specialistica ambulatoriale convenzionata interna ed inoltre, vista la carenza di posti letto occupati in larga parte dai pazienti affetti dal virsu, il commissario ad acta ha previsto l’attivazione di aree sanitarie temporanee.
«L’organizzazione distrettuale, in modo integrato con quella ospedaliera e dell’emergenza urgenza e con la sperimentazione del modello di Casa della Salute, rappresenta una reale innovazione organizzativa». Lo snodo cruciale è legato all’integrazione della medicina territoriale con altre professioni che operano nell’ambito delle attività del distretto e con le articolazioni territoriali come il Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento delle Dipendenze e Dipartimento materno-infantile. Il distretto garantirà l’erogazione delle prestazioni definite nell’ambito del Piano delle attività territoriali.
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