LAMEZIA TERME «I Molè erano delle bravissime persone di Gioia Tauro». Punto. Il collaboratore di giustizia Gaetano Albanese, di Candidoni, in provincia di Reggio Calabria, 51 anni, si è cucito la bocca oggi nel corso del processo Rinascita-Scott davanti al Tribunale di Vibo Valentia. Nominato quale teste dell’accusa, non ha inteso rispondere a nessuna delle domande poste dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Andrea Buzzelli. A ogni quesito ha opposto decisi «non ricordo», sottolineando, piccatamente, il fatto di avere quasi finito di scontare una condanna a 30 anni di reclusione (uscirà tra otto mesi) mentre suo fratello Antonio «sta pagando a causa mia per colpe che non ha commesso». Albanese non ha aperto la memoria né sui riti di affiliazione, né sugli omicidi commessi: «Sto cancellando tutto», ha risposto. (ale. tru.)
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