COSENZA I presìdi di Praia a Mare (foto sopra) e Trebisacce declassati da ospedali a case della salute. Stessa sorte per Cariati. Peggio ancora per Amantea, che scompare addirittura dalle case della salute. A molti – il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, gli attivisti che occupano l’ospedale di Cariati e il parlamentare del Gruppo misto Francesco Sapia – il Dca numero 31 approvato dal commissario alla sanità Guido Longo (decreto che contiene le Linee guida per l’adozione degli atti aziendali delle aziende del Servizio sanitario regionale) sembra un pasticcio.
Guccione sottolinea che «a pagina 33 viene riportato uno schema secondo il quale vengono ancora considerate Case della Salute sia Praia a Mare che Trebisacce, come se nulla fosse accaduto in tutti questi anni anche attraverso sentenze definitive che impongono un passo indietro con la riattivazione dei presidi ospedalieri di Praia a Mare e Trebisacce. Addirittura, Trebisacce era già stata inserita nella rete ospedaliera con Decreto 64 del 5 luglio 2016. Inoltre, nell’elenco delle Case della Salute previste per l’Asp di Cosenza manca quella di Amantea visto che con il Dca 65 del 10 marzo 2020 era stata convertita da polo ambulatoriale a Casa della Salute». E si chiede «ha realizzato con tale pressapochismo queste Linee guida che, da una lettura sommaria, contengono macroscopici errori che ne mettono in discussione la stessa credibilità. Errori che vanno immediatamente corretti anche attraverso un coinvolgimento della Conferenza dei sindaci». Il consigliere dem evidenzia, poi, «che in Calabria ancora non è operativo il Piano di contrasto al Covid. Tale inadempienza portò alle dimissioni dell’ex commissario Cotticelli. Nel frattempo, però, negli ospedali la situazione non è per nulla migliorata, non sono stati fatti passi in avanti per contrastare il virus e anche per quanto riguarda la medicina territoriale siamo al punto di partenza».
Da Cariati si leva la voce dei “Comitati in Presidio-ex Ospedale di Cariati”. Gli attivisti criticano il declassamento e spiegano che «del fatto che sul territorio mancano il Pronto Soccorso e i Posti letto non interessa a nessuno. Tutti zitti e nel silenzio si continua nell’idea fallimentare di Scopelliti da 11anni mai realizzata, mentre le ambulanze dei 118 sono senza medico. Nelle Asp e nei distretti le dirigenze continuano a preservare solo le poltrone, i sindaci fanno i conti in vista delle elezioni e il territorio muore. Nessun atto di coraggio, nessun atto di protesta. Niente, in questi mesi, oltre la mobilitazione dei cittadini di cui ha parlato tutta Italia. Il resto in silenzio. Un vergognoso, patetico e vile silenzio».
Sapia, da parte sua, interroga i ministri della Salute e dell’Economia sul declassamento. «Il deputato del Gruppo misto – si legge in una nota – ha chiesto ai due ministri quali iniziative urgenti intendano assumere, per il tramite del commissario alla Sanità calabrese, al fine di riportare i presidi ospedalieri di Praia a Mare e Trebisacce nelle rispettive collocazioni giuridiche, organizzative e funzionali, in linea con sentenze ed ordinanze del Consiglio di Stato» citate nell’interrogazione. «Si tratta – commenta Sapia – di un fatto gravissimo e inaccettabile, perché da vero uomo dello Stato il commissario Longo non può ignorare o liquidare sentenze definitive della magistratura. Il messaggio che se ne ricava è bruttissimo, in una terra, come la Calabria, nella quale la legalità e l’etica vanno testimoniate nei fatti, a partire dalle istituzioni. Non metto in dubbio la buona fede di Longo, che invito a rimediare subito.
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