CATANZARO C’è preoccupazione, alla Cittadella regionale, preoccupazione e anche molta confusione. L’ennesimo terremoto che ha scosso la sanità calabrese, con le nuove appendici dell’indagine sulla disinvolta gestione dell’Asp di Cosenza ha creato un vuoto gestionale pauroso e soprattutto pericoloso, perché cade nel bel mezzo della pandemia, nel bel mezzo di un’ulteriore emergenza rappresentata dalle lentezze e dalle difficoltà della campagna vaccinale e in un settore già disastrato di suo. A suscitare apprensione nel palazzo della Regione, tra il decimo piano, quello della Presidenza, e il terzo, quello del Dipartimento regionale Tutela della Salute che ospita anche l’ufficio del commissario ad acta, è l’interdizione dell’attuale delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid, Antonio Belcastro, interdizione che lascia sguarnito il ruolo probabilmente più delicato in questa fase. Secondo quanto si apprende da fonti della Cittadella, sarebbe già partita la “caccia” al sostituto di Belcastro, perché naturalmente il “vulnus” nell’incarico va coperto al più presto, al punto che – si dice – già in giornata potrebbero esserci novità in tale senso. Il problema è che in questa vicenda sta di nuovo emergendo l’endemica confusione che circonda la governance della sanità calabrese: in buona sostanza, non è chiarissimo a chi spetta la nomina del nuovo delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid 19. In un parere reso a inizio gennaio il Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero della Salute ha riconosciuto al commissario ad acta, nella fattispecie Guido Longo, “in via esclusiva”, il ruolo di soggetto attuatore in relazione all’attività anti-Covid e all’attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini, e quindi – in linea teorica – la scelta del nuovo delegato spetterebbe a Longo, ma c’è anche chi ritiene che dalla partita non sarebbe affatto esclusa la Regione, segnatamente la presidenza oggi affidata al reggente Nino Spirlì: secondo quanto filtra da fonti della Cittadella, in realtà, la nuova nomina, in considerazione dei “buoni uffici” intercorrenti tra Longo e Spirlì, dovrebbe arrivare da una interlocuzione tra i due, com’è avvenuto per i commissari straordinari delle Asp. Ovviamente, filtrano anche i nomi dei “papabili”: in prima battuta quelli dell’attuale dg del Dipartimento regionale Tutela della Salute, Francesco Bevere, e dell’attuale responsabile della Protezione civile regionale, Fortunato Varone. Ma, secondo fonti accreditate, non è escluso che si affermi una terza candidatura. Il nome emerso nelle ultime ore è quello di Caterina De Filippo, direttore medico di presidio dell’Azienda universitario-ospedaliera Mater Domini.
Novità sono arrivate al termine della giunta regionale in programma per il pomeriggio di oggi. Gli assessori erano chiamati a risolvere un’altra grana non da poco e designare un direttore generale reggente per il dipartimento Personale. Anche Bruno Zito è stato interdetto per un anno sugli sviluppi dell’inchiesta sulla sanità cosentina. L’esecutivo ha nominato Sergio Tassone, già in servizio nel dipartimento. Nella delibera si precisa che l’incarico di reggenza avrà durata fino alla cessazione dell’efficacia del provvedimento dell’autorità giudiziaria a carico del direttore generale.
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