CORIGLIANO ROSSANO Il decreto del commissario ad acta alla sanità che approva le linee guida per l’adozione degli atti aziendali delle Asp e delle Aziende sanitarie calabresi, e le sue “integrazioni” successive, apporterà alcune modifiche sostanziali nelle dinamiche “politiche” e gestionali anche nella Sibaritide.
A Guido Longo, quindi, toccherà vigilare e monitorare la costruzione dei nuovi ospedali calabresi, fra cui proprio quello della Sibaritide. I lavori sono iniziati da qualche mese ed a quanto pare stanno procedendo a rilento rispetto alla tabella di marcia prevista. Come se non bastasse, i sindacati locali sono sul piedi di guerra da giorni per le scarse ricadute occupazioni sul territorio.
Secondo il documento integrante, Longo, ancora, dovrà riequilibrare la rete di assistenza territoriale e, come chiesto anche dal deputato Francesco Sapia, ricavare i posti letto dell’ospedale di Trebisacce, nei giorni scorsi al centro di un “intrigo” legato proprio al primo decreto firmato dal commissario che declassava il “Chidichimo” – ma anche l’ospedale di Praia a Mare – a case della salute. Chiarito l’intoppo e apposta la nota a margine secondo cui bisognerà adottare le sentenze emesse dal Consiglio di Stato sulle riaperture dei due nosocomi, la sfida più improba a cui sarà soggetto il commissario sono i livelli essenziali di assistenza.
La Sibaritide accusa i “lea” più bassi d’Italia con 0,9 posti letto ogni mille abitanti mentre la legge ne impone quattro. A possibile soccorso dell’innalzamento dei posti letto, oltre alle degenze da individuare a Trebisacce, vi sono quelli dello spoke di Corigliano Rossano, mai attivati o tagliati, ma previsti dall’atto aziendale Asp in diverse decine.
A proposito di atti aziendali, per come riporta ancora l’integrazione pubblicata, il commissario Longo dovrà approvare i documenti adottati dai commissari straordinari – ed il decreto aziendale dell’Asp di Cosenza non è mai stato adottato alla lettera – «al fine di garantire il rispetto dei Lea e di assicurarne la coerenza con il piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario e con i relativi programmi operativi di prosecuzione nonché al fine di ridefinire le procedure di controllo interno».
Uno dei passaggi salienti dell’integrazione pubblicata due giorni dopo, riguarda, ancora, l’ipotesi di accorpamento dei distretti sanitari Jonio sud, con sede a Rossano, aggrega tutto il Basso Jonio cosentino e Jonio nord, con sede a Corigliano, abbraccia tutto l’Alto Jonio. Il primo decreto non solo ha costretto alla rettifica per gli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare declassati a case della salute e poi riabilitati, ma ha anche «trascurato utili indicazioni per il Commissario straordinario, Vincenzo Carlo La Regina, per effettuare lo studio di fattibilità di una eventuale riperimetrazione dei distretti sanitari dell’Asp di Cosenza, tenuto dei fattori ambientali conseguenti all’intervenuta fusione dei già comuni di Corigliano e Rossano, a seguito della quale si è venuta determinare la Città unica di Corigliano Rossano, istituita il 31 marzo 2018; ciò allo scopo di rideterminare una assistenza territoriale nell’area ionica più conforme alle attuale esigenze primarie della relativa collettività».
Un dato quest’ultimo che potrebbe mutare la geopolitica sanitaria del territorio e le dinamiche interne. Ad oggi l’ex assessore provinciale Antonello Graziano (nella consiliatura Oliverio) è il direttore del distretto Jonio sud mentre a nord il dirigente medico è l’ex sindaco di Corigliano, Giovanni Battista Genova.
Se verranno fusi anche i distretti sanitari, lo si saprà dopo studio di fattibilità, anche se negli ambienti è un’ipotesi ventilata da tempo. (l.latella@corrierecal.it)
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