LAMEZIA TERME Sei mesi per scegliere i commissari per le Grandi opere, 58 progetti urgenti, 60 miliardi fermi nelle casse dello Stato e ritardi su ritardi. Una storia italiana che tocca anche la Calabria e soprattutto le storiche incompiute della sua rete stradale. Partiamo dal principio, secondo il racconto di Dataroom del corriere.it: ad agosto le opere selezionate come urgenti sono 58. Nell’elenco ce ne sono 14 «relative a infrastrutture stradali, sedici a infrastrutture ferroviarie, una relativa al trasporto rapido di massa, dodici a infrastrutture idriche, tre a infrastrutture portuali e dodici a infrastrutture per presidi di pubblica sicurezza». Parliamo, tra le altre, della Statale Jonica (valore 3 miliardi), l’alta velocità Brescia-Verona-Padova (8,6 miliardi), il potenziamento della linea Fortezza-Verona (4,9 miliardi), lo sviluppo della direttrice Orte-Falconara (3,7 miliardi), l’alta velocità Napoli-Bari (5,88 miliardi), la Palermo-Catania-Messina (8,7 miliardi), la metropolitana linea C di Roma (5,8 miliardi). Nell’elenco c’è anche il potenziamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.
A questo punto, manca il parere delle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera e Lavori pubblici del Senato che dovrebbe arrivare entro qualche giorno.
Resta, si fa per dire, soltanto il confronto con le Regioni sui tracciati. Il fatto è che il governo Conte non ha mai ascoltato gli enti locali. Il passaggio potrebbe rallentare l’iter e non è l’unico.
Altro step al rallentatore è arrivato a settembre, quando la presidenza del Consiglio – riporta ancora la rubrica di Milena Gabanelli – ha chiesto al Mef: «C’è la completa copertura finanziaria?». Una delle risposte peggiori è arrivata a gennaio proprio rispetto alla Jonica: manca 1 miliardo, e c’è allo studio una variante tra Catanzaro e Crotone che aggraverebbe il conto di un 1,1 miliardi. Per partire, però, nessuna grande opera deve avere tutti i soldi nel cassetto. Ad esempio, sulla Salerno-Reggio Calabria al bivio fino a Battipaglia sono stati stanziati solo 10 milioni.
Il fatto è che i soldi ci sono già: 60 miliardi di euro stanziati dai diversi contratti di programma di Anas e Rfi, nelle disponibilità dei ministeri del Tesoro e dei Trasporti, anche attingendo a fondi europei non ancora utilizzati. Eppure le opere restano ferme e i ritardi si accumulano. Sono stati necessari sei mesi soltanto per nominare una decina di commissari. Alcuni dei quali hanno qualche problema legale da affrontare. Come Vincenzo Marzi, finito in un’indagine della Procura di Locri sulla violazione delle norme antisismiche. Per quale opera? La solita statale Jonica. Più che un’incompiuta, un mare di guai.
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