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Il radar pagato dalla Regione e mai usato. Nove anni (e milioni) di sprechi

Condanne pesanti per dirigenti della Protezione civile e direttore dei lavori. I soldi versati all’azienda prima del via libera al progetto. L’apparecchiatura è rimasta in Germania

Pubblicato il: 26/02/2021 – 19:56
Il radar pagato dalla Regione e mai usato. Nove anni (e milioni) di sprechi

CATANZARO Un radar meteorologico già costruito, collaudato e finanche pagato dalla Regione ma mai arrivato in Calabria: è una delle più emblematiche “incompiute” citate dalla procura regionale della Corte dei Conti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile calabrese. La vicenda ha portato alcuni mesi fa alla condanna da parte della Corte dei Conti del responsabile del procedimento e di alcuni dirigenti regionali del settore Protezione civile «per il danno erariale cagionato dalla mancata realizzazione di una stazione radar finanziata con fondi europei, mai pervenuta a destinazione dallo Stato estero di produzione per inadeguatezza del sito individuato per la sua collocazione». 

Le condanne

I giudici hanno disposto la condanna per danno erariale di Giampiero Gentile (responsabile del procedimento, dovrà rifondere 707.133,12 euro); Salvatore Umberto Mazzeo (dirigente di settore della protezione civile, 265.174,92 euro): Giuseppina Antonella Sette (responsabile di linea, 265.174,92) e Luciano Matragrano (direttore dei lavori, 530.349,84 euro). La Procura aveva quantificato il danno in 2,9 milioni di euro, cifra per la quale era stata aggiudicata provvisoriamente la fornitura e l’installazione del radar.

Una storia iniziata dodici anni fa

La storia ha il timing classico delle incompiute alla calabrese. L’aggiudicazione è stata definitivamente confermata con decreto del dirigente del settore Presidenza numero 2913 del 20 marzo 2008. Nel contratto di appalto, stipulato il 29 luglio 2008, è stato previsto l’impegno per l’impresa a realizzare la fornitura e l’installazione di che trattasi entro 15 mesi decorrenti dalla data di consegna (senza aggiungere se dei lavori o del sito) e sono state confermate le modalità di pagamento già riportate nell’offerta definitiva. Quindici mesi; sono passati più di dodici anni. E nove perché la vicenda si chiudesse ufficialmente con un nulla di fatto. Un’inerzia che stride con i tempi di pagamento iniziali, che invece sono stati rapidissimi.

I finanziamenti del Por 2000-2006

La stazione radar della Protezione civile, che avrebbe dovuto essere posizionata nel comune di Mongiana (Vibo Valentia), «era finanziata dai fondi europei 2000-2006. L’Ati aggiudicataria ha costruito il radar e la Regione Calabria ha proceduto al pagamento dell’opera, costata oltre un milione, tuttavia nell’arco degli anni i dirigenti e i funzionari della Regione Calabria, ivi compresi Rup e direttore dei lavori, non hanno provveduto – rileva il procuratore contabile – a individuare un’area congrua per l’installazione del radar meteorologico (che oggi si trova ancora in Germania presso l’azienda costruttrice)». 

Prima i pagamenti, poi le pratiche

In data 18 novembre 2008 – la sentenza ripercorre tutti i passaggi –, ad accertamenti sull’area ove posizionare il radar ancora in corso, è stato sottoscritto il primo stato di avanzamento dei lavori dell’importo di 697.520 euro e il 20 novembre 2008 è stato emesso il primo certificato di pagamento di 722.408,81 euro sottoscritto dal geometra Gentile. Tre giorni dopo la società Selex Sistemi Integrati GmbH ha emesso fattura per 770.985,60 euro (comprensivi di Iva ed al netto della quota di 79.912 euro dovuta a Elsag Datamat SpA) e in data 9 dicembre 2008 la Regione – previa emissione del certificato di pagamento da parte del responsabile del procedimento (Giampiero Gentile) – ha quindi liquidato alla Selex il predetto importo (770.985,60 euro) e alla Elsag Datamat SpA l’importo di Euro 95.894,40 (iva inclusa) per un totale di 866.880 euro a valere sui fondi Por 2000/2006. Prima i soldi e poi le pratiche necessarie per avviare la realizzazione dell’opera. Solo il 13 marzo 2009, infatti, il direttore generale del dipartimento della Presidenza – settore Protezione civile regionale (Giuseppe Fragomeni) «chiedeva al dipartimento Politiche dell’Ambiente della Regione il rilascio della valutazione di incidenza sul progetto e al Parco naturale regionale delle Serre l’acquisizione del parere». Altre somme, circa 900mila euro, sono state versate all’azienda «nonostante l’Ente Parco Naturale delle Serre avesse espresso il proprio diniego di nulla osta (confermato anche in sede di conferenza di servizi, come da verbale del 30/11/2009), poiché il progetto ricade in “zona A – riserva integrale che vieta qualsiasi intervento edilizio».

«Non c’è la copertura finanziaria»

Nella ricostruzione della Corte dei Conti emerge poi che «a seguito del cambio dei dirigenti proposti la Regione ha provveduto, del tutto tardivamente ed erroneamente, ad annullare il bando di gara relativo all’esecuzione dei lavori: ciò, malgrado il contratto avesse avuto già esecuzione (il radar infatti era stato già costruito, collaudato in sede e finanche pagato dalla Regione Calabria)». Di dirigente in dirigente, si arriva al giugno 2016, quando Paolo Cappadona, «riesaminata tutta la vicenda», evidenzia «l’impossibilità di realizzazione del progetto in quanto le risorse di cui alla linea di intervento 3.2.2.1. del POR Calabria 2007/2013 avrebbero potuto essere utilizzate “solo a patto che il progetto fosse concluso entro il 31 dicembre 2015”, non essendovi la possibilità di ulteriore trasferimento alla nuova programmazione per progetti non conclusi». Cappadona spiega che «il contratto in essere risulta al momento privo di copertura finanziaria per gli importi residui di contratto (ma anche per quelli già erogati)». È il de profundis per il radar meteorologico: «L’opera – sintetizzano i giudici contabili – non è stata ad oggi realizzata e non è più attuabile in ragione dell’assenza di copertura finanziaria stante la perdita dei finanziamenti comunitari, mentre il radar già pagato dalla Regione Calabria si trova inutilizzato presso la sede della Selex in Germania».

«Cattivo utilizzo dei fondi europei»

Secondo la procura regionale della Corte dei Conti, che specifica come nella fattispecie il soggetto danneggiato sia la Regione, «si tratta di una tipica ipotesi di cattivo utilizzo dei fondi europei, penalizzante per la Regione Calabria e l’Italia tutta. Per di più  – si fa rilevare la Calabria è regione soggetta a frequenti eventi alluvionali e pertanto il posizionamento della stazione radar nel territorio calabrese avrebbe potuto avere anche grandi utilità pratiche nella prevenzione di catastrofi meteorologiche». (ppp)

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