CATANZARO L’escursionismo è uno sport oltre che una forma di turismo, che sempre di più viene scelta anche dai calabresi. In una terra nota soprattutto per le sue coste, negli ultimi tempi è iniziato a crescere un forte interesse per i cammini montani e per i percorsi in natura. Riverbero di una tendenza nazionale – rivelata da una ricerca dell’Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) – che ha visto il 39 per cento dei vacanzieri italiani optare per il trekking durante le ferie estive del 2020. A raccontare il suo punto di vista al Corriere della Calabria è Andrea Laurenzano, coordinatore regionale Aigae (associazione italiana guide ambientali ed escursionistiche) e responsabile di Naturaliter, società cooperativa turistica, attiva dal 1998 nell’area grecanica del parco nazionale dell’Aspromonte.
«La pandemia ci ha portato a dare uno sguardo attorno a noi – dice Andrea Laurenzano – gli stessi tour operator calabresi, che di solito prediligono mete estere per i propri pacchetti di viaggio, hanno cambiato prospettiva proponendo i nostri luoghi come itinerari». Complice la difficoltà di spostarsi e il timore per il rischio di contagio, la Calabria diventa sempre di più una terra accogliente e sicura per i turisti corregionali e non. «Continuiamo ad avere richieste per l’estate 2021, ci chiamano anche dalla Germania per prenotare una vacanza – aggiunge – ma la complicazione al momento è riuscire a dare una programmazione concreta ai prossimi mesi». Se da un lato il distanziamento sociale ci ha avvicinato alla natura generando una nuova domanda ovvero il turismo lento e sostenibile negli spazi sconfinati e naturalisticamente indomiti della Calabria; dall’altro questa esigenza rimane perlopiù inespressa a causa delle restrizioni ancora in vigore. E le conseguenze non sono solo quelle manifeste per la programmazione futura, ma anche quelle tangibili per la situazione presente: «Stiamo vivendo mesi di fermo totale, senza ricevere il sostegno economico di cui avremmo bisogno, ma ci auguriamo che le cose possano smuoversi anche da questo punto di vista », commenta il coordinatore regionale di Aigae. L’associazione di cui è portavoce si occupa di tutela e di ecoturismo, e comprende circa 130 guide escursionistiche ambientali che lavorano su tutto il territorio regionale, dal Pollino allo Stretto. Sono figure professionali formate, che accompagnano singoli o piccoli gruppi in natura, in aree protette e non, impegnandosi anche nella realizzazione di progetti di educazione ambientale. Sono le anime di un nuovo approccio ai luoghi e fautori di una nuova economia: buona, perché ha un basso impatto ambientale e restituisce valore al patrimonio del territorio anziché sfruttarlo. Un rilancio tutto calabrese che potrebbe partire proprio dalle aree interne, dai paesaggi montani e dai piccoli centri, quei posti dove si conserva in modo così autentico la biodiversità naturale e culturale, propria della nostra terra. In questa “ripartenza sostenibile” un ruolo importante potrebbero averlo i cammini. «In Calabria ce ne sono diversi – racconta Laurenzano – e quelli che stanno avendo una maggiore risonanza a livello nazionale sono il sentiero dell’inglese nel cuore dell’Aspromonte, il sentiero del Brigante che va da Gambarie fino a Serra San Bruno e il cammino di San Francesco di Paola nel cosentino».
«Il sentiero dell’inglese nasce nel 1994, quando abbiamo pensato di costruire un cammino sulle tracce del viaggio in Calabria di Edwar Lear, il paesaggista inglese che nell”800 ha fatto un tour dell’Aspromonte – afferma il coordinatore Aigae – e il sistema di accoglienza dell’itinerario è gestito direttamente dalla comunità locale, attraverso l’ospitalità diffusa». Il sentiero del Brigante risale invece agli anni ’80 ed «è un cammino che riprende il tragitto dei briganti in una montagna che, da ostile e impenetrabile, diventa accogliente e ricca di luoghi suggestivi». Il più recente è il cammino di San Francesco di Paola, che «è stato ideato per unire gli interessi naturalistici a quelli storici, culturali e religiosi. La figura di san Francesco di Paola, infatti, esercita una forte attrattiva in tutto il mondo».
Si tratta di tre itinerari che suscitano l’interesse non solo di camminatori esperti o habitué del trekking, ma anche di chi si è approcciato da poco al tempo libero “outdoor”. Camminare è uno sport inclusivo, che non richiede grandi prestazioni fisiche e che dunque può davvero coinvolgere chiunque: «Le nostre sono escursioni di livello medio, non utilizziamo corde, funi o altri attrezzi per compiere delle “imprese nella natura”, ma – precisa ancora Laurenzano – strutturiamo dei percorsi sicuri e piacevoli, tra i boschi e nei borghi, pensati per persone di tutte le età ed esigenze».
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