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La giungla delle Asp, i talk show e le truffe sui migranti. In Calabria non si salva nessuno

La gestione “allegra” dei fondi pubblici per la Corte dei conti. Tra controlli farlocchi e docenti universitari con il doppio lavoro (irregolare)

Pubblicato il: 26/02/2021 – 14:01
di Pablo Petrasso
La giungla delle Asp, i talk show e le truffe sui migranti. In Calabria non si salva nessuno

CATANZARO Non si salva nessuno. Non la sanità, con i suoi contenziosi monstre, i doppi pagamenti e gli incarichi allegri. Neanche la politica, chiamata a giustificarsi per la partecipazione ai talk show con fondi pubblici. Non si salvano i privati che avrebbero utilizzato illecitamente i fondi europei dirottando i soldi per lo sviluppo verso le proprie tasche. La relazione del procuratore regionale della Corte dei conti Maria A. R. Aronica è un catalogo degli orrori della spesa pubblica. 

Sanità: le (solite) doppie fatture. E non solo

Non è un caso che il magistrato abbia evidenziato, nel colloquio con la stampa, i disastri del debito sanitario e le sue ricadute sul diritto dei cittadini a essere curati. Al commissario straordinario e al dirigente generale pro tempore, nonché sub commissario, la Procura della Corte dei conti contesta un danno di 1,8 milioni di euro per «il pagamento di interessi legali e moratori, liquidati in sede di giudizio» a favore di una ditta. In questo caso, l’Asp di Reggio Calabria non ha opposto alcuni decreti ingiuntivi e ha evitato di chiudere «una transazione molto vantaggiosa». In giudizio è stata «condannata a pagare molto di più». Soldi sottratti a un settore che definire in crisi è poco. Sempre a Reggio, viene contestato un danno di oltre 4 milioni per il doppio pagamento delle fatture alla struttura privata accreditata “Studio radiologico Fischer sas”. Nella vicenda, ricostruita dalla guardia di finanza, c’è tutto l’armamentario del caos dei conti sanitari: strutture che si rivolgono a società di factoring, ricorsi che le Aziende perdono di vista e denari che escono dalle casse pubbliche nonostante in questo caso fosse stato costituito un gruppo di lavoro per monitorare il debito pregresso. L’Asp di Reggio è una vera giungla contabile, nella quale, secondo la Procura, la nomina illegittima di un direttore amministrativo e la proroga illegittima di cinque unità di personale dirigenziale avrebbero provocato un danno di 775mila euro.   

Il talk show a Spoleto

La politica? Non si contiene troppo quando si tratta della propria autopromozione. A un ex governatore della Regione Calabria (si tratta di Mario Oliverio, anche se la relazione non lo specifica) è contestato un danno erariale per il dirottamento a un talk show giornalistico di fondi destinati alla promozione del turismo. Nella relazione il procuratore contabile parla di «contestazione provvisoria di un danno di 95mila euro» specificando che “«invito a dedurre è stato emesso nei confronti di 4 presunti responsabili, l’ex governatore della Regione, un dirigente regionale, la società che aveva ottenuto il finanziamento e il suo presidente e legale rappresentante». Sarebbe uno «sviamento di circa 95mila euro di risorse pubbliche regionali, complementari alla programmazione europea, destinati al turismo locale e dirottati sul finanziamento di un talk show giornalistico privato gestito da una società privata, inserito nel cartellone del Festival di Spoleto». Secondo quanto riporta la relazione del procuratore della Corte dei Conti, «il finanziamento ha riguardato attività connesse al talk show totalmente disancorate da alcuna promozione del turismo calabrese (cena di gala, pagamento stipendi del personale della società privata che gestiva il talk show contestualmente ad altri aventi»: il procuratore contabile precisa infine che il «soggetto danneggiato è la Regione Calabria».

La truffa sui fondi per i lavoratori disabili

Da Roma a Lamezia, invece, una presunta truffa per la quale la Procura contesta 2,5 milioni a una società e ad alcuni dirigenti regionali. La ditta avrebbe percepito in maniera illegittima «più agevolazioni per l’assunzione di lavoratori svantaggiati e l’occupazione di lavoratori disabili concesse nell’ambito del Por Calabria 2007-2013». Gli «artifizi» dei manager dell’azienda avrebbero creato i presupposti per ottenere le agevolazioni. E i dirigenti della Regione non avrebbero controllato. 

L’emergenza umanitaria del 2011

Nei guai anche un ex manager della Protezione civile della Calabria assieme a un cooperativa sociale. L’ambito è quello dell’emergenza umanitaria del 2011. Gli sbarchi dal Nord Africa richiedevano interventi urgenti e la Regione si mosse con un avviso pensato per l’accoglienza dei profughi e dei migranti. Una cooperativa comunicò al dirigente la propria disponibilità all’accoglienza residenziale secondo il modello Sprar, offrendo una disponibilità immediata di 80 posti. Il guaio è che quella coop non era iscritta all’albo regionale, secondo la Guardia di finanza. Il danno ipotizzato è di 718mila euro. 

I servizi fiscali all’Asp di Cosenza

Se l’Asp di Reggio non brilla per ordine, quella di Cosenza è finita nel mirino di una citazione per il risarcimento di 871mila euro per l’«affidamento di servizi fiscali senza alcuna preliminare verifica di carenza di risorse interne o alcuna analisi comparativa dei costi». La guardia di finanza «ha anche posto in rilievo che l’incarico risulta affidato in assenza di provvedimenti idonei a garantire il rispetto dei principi di concorrenza, imparzialità e trasparenza che avrebbero richiesto, comunque, anche per la specifica tipologia dell’incarico da affidare, il ricordo a procedure comparative per l’individuazione del soggetto affidatario».   

Docenti universitari col doppio lavoro

Non si salva neanche l’Università. Che vede quattro casi segnalati, tutti all’Unical. Il primo è per un presunto danno di 2,2 milioni di euro «per differenze retributive tra regime di lavoro a tempo pieno e tempo definito». La sentenza ha stabilito il risarcimento in favore dell’ateneo per 320mila euro. Un altro docente è stato condannato al pagamento di 479mila euro per aver «svolto attività libero professionale non autorizzata e/o non autorizzabile nonché una vera e propria attività commerciale». Più lieve – 17mila euro – la condanna per un altro prof. Le motivazioni sono sempre legate allo «svolgimento di incarichi incompatibili con il regime a tempo pieno». È ancora in corso il procedimento per il quarto docente, ritenuto “colpevole” di aver danneggiato l’Unical per mezzo milione di euro. (p.petrasso@corrierecal.it)

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