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l’inchiesta

Diplomi falsi, indagata anche la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale – VIDEO

Nell’accademia al centro delle indagini era stato ritrovato un antico manoscritto e alcuni oggetti riferibili a una loggia massonica

Pubblicato il: 01/03/2021 – 10:27
Diplomi falsi, indagata anche la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale – VIDEO

VIBO VALENTIA C’è anche la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria Maria Rita Calvosa tra le 13 persone indagate, in stato di libertà, nell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia che ha portato all’arresto di 10 persone, otto in carcere e due ai domiciliari, con l’accusa di falsi e corruzione nella pubblica amministrazione. Calvosa, 59 anni, romana, è alla guida dell’Ufficio scolastico regionale per la Calabria dal settembre del 2018, dopo essere stata per dieci anni responsabile dell’ambito territoriale di Latina.

Gli «interessi massonici» dell’Accademia Fidia

L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba nelle province di Vibo Valentia, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli dove i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vibo Valentia, con l’ausilio di personale dei reparti arma territorialmente competenti e il supporto aereo fornito dall’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri, hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Vibo Valentia su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, guidata da Camillo Falvo, nei confronti di 10 soggetti (8 in carcere, 2 agli arresti domiciliari), operanti nel settore dell’Istruzione, circuito Afam. e istituti paritari, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, falso in atti destinati all’Autorità giudiziaria, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio. L’indagine, denominata “Diacono”, condotta sotto la costante guida del Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia e del Sostituto Ciro Lotoro, è stata avviata a seguito del ritrovamento, il 2 luglio 2020, di un arsenale di armi (da guerra e clandestine) e ingente somma di denaro presso l’abitazione di Davide Pietro Licata, contigua all’Istituto “Accademia Fidia”, gestito dalla famiglia Licata. Gli approfondimenti hanno consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che ha illecitamente prodotto, in cambio di denaro e/o altre utilità, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e Ata (Assistente Tecnico Amministrativo). Tali illecite condotte sono state agevolate e rese possibili grazie alla corruzione di un alto funzionario del Miur il quale è incaricato, fra l’altro delle attività ispettive e di controllo degli istituti provati accreditati al Miur.
Lo sforzo investigativo ha consentito di fare luce anche su un’ulteriore episodio di corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di importante incarico istituzionale nell’ambito del Ministero dell’Istruzione, a beneficio di una dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria.
Nel corso dell’attività di esecuzione delle misure cautelari sono state anche poste sotto sequestro con decreto d’urgenza 19 società, operanti nel settore dell’Istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro.

L’Accademia delle belle arti “Fidia”

Al centro dell’operazione “Fidia 2”, come intuibile, l’Accademia delle belle arti con sede a Stefanaconi, nel Vibonese, già interessata dalle cronache nel luglio 2020. Nella fattispecie, sempre la procura di Vibo, aveva ritrovato esposto nella sede dell’istituto, un antico manoscritto trafugato in Abruzzo nel 2006 recante simboli e formule massoniche. In quell’occasione erano stati trovati, sempre nella sede, guanti e grembiulini identificativi della loggia.

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