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Idee per il futuro

«La meritocrazia è la condizione di riscatto della Calabria»

Anche il procuratore regionale della Corte dei Conti a bacchettato la Regione per le spese ingiustificate

Pubblicato il: 01/03/2021 – 10:16
di Franco Scrima*
«La meritocrazia è la condizione di riscatto della Calabria»

Alessandro Notarstefano, direttore di Gazzetta del Sud, in un editoriale di alcune settimane fa ha posto un quesito interessante per il Paese e per la democrazia. Ha chiesto «se è possibile assecondare il tentativo di lasciare scorrazzare, nelle nuove praterie del non politico, un populismo sfrenato cercando di accreditare la prospettiva farlocca di una sovranità».
Anche se non autoctono, considero la Calabria la mia terra tanto da sostenere che essa è stata e continua ad essere tenuta colpevolmente fuori da qualsiasi progetto di sviluppo e non sufficientemente considerata. Provo nel contempo una sorta di ribellione interiore nel constatare tanta rassegnazione e comportamenti amorfi dei “conterranei” difronte alla “proposta” di una rivoluzione ideologica che possa restituire vitalità alla Calabria nella quale si continua a vivere persino in condizioni di emergenza, anche senza il bisogno di ricorrere all’annosa questione sulle differenze sociali ed economiche tra Nord e Sud.
Giusto per capirci: un esempio potrebbe venire dal considerare il target politico della Lega. Esso è rivolto in gran parte alla difesa delle attività economiche del Nord; una tendenza persino giustificabile se non fosse che a rimetterci sono le aree geografiche del Mezzogiorno che Salvini gradirebbe annettere al “patrimonio” politico del Carroccio.  
Motivo che si va facendo sempre più pressante e che scuote la politica calabrese non tanto per una improbabile “annessione”, quanto per evitare di rimanere impigliata nel tritacarne delle logiche spartitorie, sempre più “diluite” da interessi di parte.  
È come se tutto fosse condizionato da un dibattito, per il momento solo accademico, che ci fa dimenticare che al centro dell’attenzione c’è “il problema dei problemi”: la salute degli italiani minacciata dall’attacco pandemico che, con il suo mutare, ne rende difficoltosa la lotta. E c’è anche la Scuola che, con uguale impegno, chiede difese. Una regione con una istruzione marginale, non può avere futuro! Anche se non sarebbe male parlare del presente dei giovani, della necessità di assicurare loro una Scuola meritocratica, che sappia valutare anche il merito degli insegnanti; quell’uguale merito sociale che in Calabria latita da molto tempo pur essendo  fondamentale per la crescita delle giovani generazioni e del territorio. Anche questo è un problema che si preferisce rimandare di legislatura in legislatura lasciandolo al caso, con qualche labile riscontro in talune proposte politiche, ma sempre rinviato a “tempi migliori”, a dimostrazione della disattenzione verso il futuro della società e del territorio. Ecco che ritorna, come un mantra, la necessità di invertire la rotta e dire basta ad un “andazzo” che il tempo ha messo a nudo. Cosa manca? Forse tutto!
Ma si ritiene urgente procedere, per esempio, a selezionare i candidati, a sceglierli per capacità, per esperienza, per rettitudine e per preparazione. Sono condizioni indispensabili per aiutare la Calabria a cambiare il senso di marcia. 
Anche questo, oltretutto, sarebbe un modo per sconfiggere il “professionismo” politico e, nel contempo, combattere il depauperamento delle risorse umane, imprenditoriali e finanziarie che impedisce alla Calabria di agganciare la crescita e lasciarsi alle spalle la crisi che continua a determinare povertà e dislivello sociale. Lo ha spiegato il Procuratore regionale della Corte dei Conti, Maria Rachele Aronica, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile calabrese. «Il debito ingiustificato – ha detto – è un mostro che sta divorando la sanità a danno dei cittadini e dei contribuenti; che determina inevitabilmente sottrazione di risorse alla cura della salute». «Il non pagare da parte delle Aziende sanitarie – ha proseguito il Procuratore – significa fare aumentare il debito sia per interessi che per contenzioso. Ma c’è anche il cattivo utilizzo dei fondi pubblici che in Calabria ha coinvolto i gruppi del Consiglio regionale». Il Procuratore ha analizzato tutto quanto ha attinenza con la finanza regionale e ne è venuto fuori un quadro sconfortante, che richiede una gestione responsabile diversa da quella alla quale la magistratura contabile contesta di avere consentito ad alcuni dirigenti regionali e manager di sperperare, per esempio, 2,5 milioni di euro o da quello di chi ha potuto speculare sulle persone più svantaggiate e fragili.
*giornalista

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