CATANZARO La sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, sull’omicidio di Rosario Mazza e il tentato omicidio del fratello Simone, ha rivoluzionato la pronuncia del gup di Vibo Valentia espressa il 18 luglio del 2018.
La Corte ha confermato la condanna a 18 anni di reclusione nei confronti di Alessandro Ciancio, esecutore reo confesso del delitto. Sono poi stati condannati il padre Cosimo Ciancio a 17 anni e 4 mesi e il fratello Giuseppe Ciancio a 10 anni e 2 mesi di reclusione. In primo grado i due, accusati di concorso in omicidio per avere favorito l’omicida, erano stati assolti.
Rosario Mazza è stato ucciso ad appena 22 anni a Piani di Acquaro, nel Vibonese il 19 gennaio 2017 per un semplice sguardo all’interno di un bar ed uno spintone. Dopo la lite Alessandro Ciancio è andato a prendere pistola calibro 6,35 e ha spettato i due fratelli Mazza passare con la loro Fiat Punto nera sul corso principale del paese. Dopo averli fermati puntando l’arma, li ha fatti scendere dalla macchina e ha aperto il fuoco. Rosario Mazza lavorava come aiuto cuoco in un ristorante. In occasione dell’omicidio è rimasto ferito il fratello Simone che, vedendo il fratello Rosario cadere a terra, ha implorato pietà chiedendo di essere risparmiato dai colpi d’arma da fuoco. Alessandro Ciancio però non si sarebbe fermato esplodendo più colpi anche all’indirizzo del secondo giovane che è riuscito tuttavia a salvarsi. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giovanni Vecchio e Bruno Ganino. (ale. tru.)
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