CATANZARO Come sconfessare la propria maggioranza, e persino il capogruppo del suo stesso partito, la Lega. Il presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì posta sulla sua pagina facebook una foto con il sottosegretario al ministero dell’Interno Nicola Molteni, uno dei big del Carroccio, a distanza di una manciata di ore dalla nota con la quale i capigruppo del centrodestra in Consiglio regionale hanno auspicato il ritorno alle urne per le Regionali l’11 aprile. «Incontro istituzionale», scrive Spirlì su Facebook postando la foto che lo ritrae con Molteni.
Ma ovviamente fioccano i retropensieri e le malignità, considerando che il Viminale è sicuramente il ministero la cui voce pesa di più in fatto di elezioni, e soprattutto considerando che a Spirlì, sotto sotto, l’idea di tirare alla lunga e di rinviare ancora il voto piace e anche tanto. E così la cronaca di giornata si incarica di evidenziare quanto meno uno “scollamento” tra Spirlì e la sua maggioranza, che danno l’impressione di non parlarsi o – peggio ancora – di parlarsi ma di non capirsi.
Un autentico “cortocircuito”, comunicativo e politico. Da una parte i capigruppo di centrodestra, che chiedono lo svolgimento delle Regionali nella data fissata dallo stesso Spirlì perché in Calabria il Covid 19 non è un’emergenza (o meglio, non è un’emergenza rispetto ad altre regioni che non sono zona gialla come la nostra, ovviamente), dall’altra Spirlì che invece dipinge tutt’altra realtà, visto che non vede l’ora di chiudere le scuole di ogni ordine e grado (postando sulla sua pagina Facebook anche gli articoli delle testate online che riferiscono di casi positivi tra i banchi), convoca d’urgenza l’Unità di crisi, “chiude” quattro comuni nel Vibonese, si allarma per i pochi vaccini (ma non per questo la Calabria è ultima in Italia, ferma a un misero 53,4%…), avvia una capillare verifica sull’esistenza in Calabria di positività alle varianti (ed ecco che oggi ne vengono accertate 11). Insomma, Spirlì sembra stia mettendo in campo tutto l’armamentario possibile e immaginabile per motivare un rinvio delle Regionali. E dunque: è evidente che Spirlì e i capigruppo della sua maggioranza non si parlano, o se si parlano non si capiscono. O magari si capiscono, ma vogliono due cose diametralmente opposte.
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