CATANZARO La sostenibilità aiuta le imprese agricole a crescere, rendendole più innovative, competitive e migliorando la qualità dell’occupazione. Circa un’azienda del settore su due (46%) in Calabria è particolarmente sensibile e impegnata sul tema della sostenibilità ambientale. E questa attenzione, per una quota consistente di imprese nella regione, esce ulteriormente rafforzata dalla pandemia, che ha impresso significativi cambiamenti alla cultura aziendale e dato nuovo significato a obiettivi e politiche sostenibili. Sono questi i principali risultati, relativi alla Calabria, del primo “Rapporto AGRIcoltura100” – promosso da Reale Mutua in collaborazione con Confagricoltura e realizzato da Innovation Team del Gruppo Cerved – che ha indagato l’impegno delle aziende agricole italiane nei diversi ambiti della sostenibilità. Il rapporto è stato presentato oggi, in modalità virtuale, e anche la premiazione delle imprese agricole vincitrici, con intervento del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli. Sono inoltre intervenuti Luca Filippone (direttore Generale di Reale Mutua), Massimiliano Giansanti (presidente di Confagricoltura, Enea Dallaglio (Partner di Innovation Team, società di ricerca del Gruppo Cerved), Vittorio Amedeo Viora (amministratore di Reale Mutua Assicurazioni e Vicepresidente dell’Accademia di Agricoltura di Torino).
L’agricoltura della Calabria si dimostra un settore d’avanguardia in tema di sostenibilità: il 16% delle imprese ha infatti un livello di sostenibilità alto e il 30% medio-alto.
L’area della sostenibilità ambientale è quella in cui si registra il maggiore impegno delle imprese agricole, con iniziative finalizzate al miglioramento dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse (97,8% di imprese attive), alla garanzia della qualità dei prodotti e della salute alimentare (92,9%), fino alle attività di gestione e riduzione delle emissioni (55,6%), di gestione del rischio idrogeologico (50,3%), e alle innovazioni per la sostenibilità ambientale (30,1%), come l’uso di dati per i processi gestionali e produttivi o di tecnologie di precisione.
Anche la sostenibilità sociale vede un impegno significativo: qui spiccano la valorizzazione del capitale umano (64,1%) – comprendente attività di formazione professionale ed extraprofessionale dei lavoratori, cooperazione con le scuole per l’inserimento dei giovani e attività di formazione sulla sostenibilità – e la sicurezza del lavoro (55,2%), con iniziative di formazione, controlli e certificazioni.
Nell’area della gestione dei rischi e delle relazioni, invece, il tasso di iniziativa più rilevante è quello della gestione dei rischi, che vede attive il 66,1% delle imprese con polizze assicurative contro gli eventi atmosferici, per la protezione del patrimonio aziendale e per la responsabilità civile. Forte anche l’impegno nei rapporti con le reti e la filiera (58,9%) e nei confronti delle comunità locali (53,8%).
L’emergenza Covid-19 ha anche determinato impatti significativi nella cultura aziendale: una quota consistente di imprese agricole dichiara che la sostenibilità è aumentata di importanza in tutte le aree, in primis quella ambientale (43,4%), fino a quella sociale (40,4%) e quella della gestione dei rischi e delle relazioni (39,9%).
AGRIcoltura100 ha anche misurato la qualità dello sviluppo delle aziende agricole – l’area D (Development) – definita dai tre ambiti della qualità dell’occupazione, competitività e innovazione. Più di un’impresa agricola su cinque (22,5%) in Calabria ha un livello di qualità dell’occupazione alto o medio-alto, ed è quindi impegnata nell’offrire rapporti di lavoro stabile e di qualità, facilitando l’accesso e la formazione dei giovani e sostenendo il lavoro delle donne, con iniziative di tutela dei diritti e conciliazione vita-lavoro.
Dati significativi anche in tema di innovazione, dove oltre un’impresa su tre (39,4%) ha un livello alto o medio-alto, correlato positivamente con lo standard generale di sostenibilità.
Mettendo a fattor comune qualità dell’occupazione, competitività e innovazione, emerge che ben il 39,8% delle imprese agricole in Calabria ha un indice di qualità dello sviluppo alto o medio-alto, e anche in questo caso traspare la robusta correlazione con l’Indice AGRIcoltura100. Pertanto le imprese con un livello elevato di sostenibilità sono anche più sostenibili sotto il profilo economico: hanno una migliore qualità dell’occupazione (più lavoro continuativo, più donne e più giovani), sono più competitive e innovative. Investendo nella sostenibilità, dunque, le imprese agricole generano un impatto positivo sull’ambiente e la società e insieme rafforzano il proprio business e la capacità competitiva. (rds)
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