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brogli elettorali

La delega inesistente e quella illegittima. Falcomatà: «Non pensavo di aver confermato le nomine di Castorina»

Il consigliere entra illegittimamente nell’Ufficio elettorale e partecipa alle nomine degli scrutatori

Pubblicato il: 04/03/2021 – 7:07
di Francesco Donnici
La delega inesistente e quella illegittima. Falcomatà: «Non pensavo di aver confermato le nomine di Castorina»

REGGIO CALABRIA Le condotte accertate in occasione delle ultime elezioni amministrative «sono frutto di un sistema più “articolato”» che affonda le sue radici negli anni precedenti. Lo ha ripetuto più volte, il procuratore capo di Reggio, Giovanni Bombardieri, nello spiegare il secondo filone dell’inchiesta sui presunti brogli elettorali.
Nella precedente ordinanza datata 9 dicembre 2020, si è visto come Antonino Castorina, primo eletto tra i candidati alla carica di consigliere comunale, «si sia fraudolentemente avvalso della facoltà spettante al sindaco di nomina in surrogazione dei presidenti di seggio». L’odierno provvedimento emanato dal gip Stefania Rachele, che applica altre 5 misure cautelari e una misura di interdizione dai pubblici uffici, pone l’attenzione su un nuovo aspetto non emerso in precedenza: «La possibilità di Castorina di determinare la nomina degli scrutatori dei vari seggi elettorali prendendo parte illecitamente alle adunanze della commissione elettorale del Comune, senza avere alcun titolo».
Finiscono così tra gli indagati anche l’assessore Demetrio Delfino e il funzionario comunale (interdetto) Antonino Covani, mentre il sindaco Falcomatà viene chiamato dagli inquirenti a chiarire la sua posizione rispetto ai provvedimenti che hanno portato Castorina ad assumere ruoli influenti in prospettiva delle scorse elezioni.

L’interferenza di Castorina nella commissione elettorale comunale

Alle odierne risultanze si è giunti anche grazie alle dichiarazioni rese da Carmelo Giustra dopo l’arresto dello scorso dicembre. Ne sono seguiti accertamenti e interrogatori operati dalla Digos e coordinati dalla procura di Reggio Calabria, nelle persone del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e dei sostituti procuratori Paolo Petrolo e Nunzio De Salvo.
Scrivono gli inquirenti: «Il piano dell’indagato Castorina per l’alterazione della competizione elettorale in esame» avrebbe avuto inizio «ben prima dell’agosto 2020 (momento in cui si avviano le procedure di nomina dei presidenti di seggio)» in quanto sarebbe partito «già nel gennaio 2018», momento in cui «Castorina faceva ingresso all’interno della commissione elettorale in maniera illegittima», così violando le norme di legge che disciplinano la composizione della commissione contenute negli articoli 12 e seguenti del Dpr 233/1967.
Castorina, infatti, si inserisce nella commissione dopo le dimissioni presentate dall’allora consigliere comunale Vincenzo Marra il 12 giugno 2017 di fatto non permettendo l’insediamento del membro supplente come previsto dalla legge.
Membro della commissione era invece Demetrio Delfino, tra gli odierni indagati, che, preso atto della nota con la quale Castorina comunica di subentrare a Marra, con ulteriore nota n. 8692 del 17 gennaio 2018, lo nomina componente della predetta commissione.
E Castorina finisce addirittura per presiederla. Per come si evince dai verbali delle riunioni del 2020, «la presidenza di commissione in capo a Castorina avveniva a seguito di “delega del sindaco”», dicitura espressamente annotata dal segretario della commissione redigente il verbale, ovvero l’altro odierno indagato Antonino Covani. Ma l’atto di delega a cui si fa cenno non risulta all’esito delle ricerche degli inquirenti. «Viceversa – riporta la pg – per le riunioni precedenti veniva regolarmente rinvenuta la delega del sindaco, segno, questo, che non esisteva alcuna prassi nel senso di permettere a chicchessia di presiedere la commissione senza delega». Inoltre, seppure la delega vi fosse stata, si sarebbe verificata, come già detto, una palese violazione della normativa che non dà la possibilità al sindaco di delegare alla presidenza della commissione un consigliere ma solo «un assessore delegato o l’assessore anziano», incarichi non ricoperti da Castorina all’epoca dei fatti.
Dagli accertamenti emerge come «in alcune sedute presiedute da Castorina si assumevano decisioni rilevanti per lo svolgimento delle elezioni del 20 e 21 settembre» posto che veniva nominata una quota parte di scrutatori per le elezioni comunali «in violazione del criterio previsto dal regolamento della commissione medesima, ovvero quello del sorteggio».
Dall’insediamento di Castorina, infatti, il criterio del sorteggio sarebbe modificato attraverso quello della designazione sulla base di alcuni nominativi dallo stesso suggeriti, giungendosi «al paradosso per cui vi erano interi seggi elettorali composti da soggetti legati da vincoli di parentela».

Le dichiarazioni di Falcomatà e Delfino

La Procura decide di ascoltare i soggetti coinvolti nella vicenda. Specifico riferimento va in questo caso agli interrogatori resi dall’assessore Demetrio Delfino, odierno indagato, e dal sindaco Falcomatà. Delfino viene escusso a sommarie informazioni per aver nominato Castorina all’interno della commissione, ma questi precisa di «non averlo nominato» bensì «di aver comunicato che alle sedute della commissione elettorale avrebbe preso parte il consigliere» ammettendo però di non poter dare spiegazioni sulla sua nota sopracitata del 17 gennaio 2018, posto che la nomina di Castorina all’interno della commissione non era contemplata dalla legge. In base alle dichiarazioni raccolte, gli inquirenti ravvisano così la possibilità di indagare Delfino per l’ipotesi di reato di “abuso d’ufficio”.
Sui fatti, gli inquirenti decidono di sentire anche il sindaco Falcomatà che, escusso lo scorso 18 gennaio 2021, riferisce «di ricordare che Marra si era dimesso dalla commissione elettorale per motivi lavorativi».
Di seguito, gli vengono sottoposte le due note note a firma Castorina e Delfino in merito alle quali sostiene di «non ricordare che fossero state portate alla sua attenzione, né la problematica relativa all’ingresso di Castorina nella commissione elettorale comunale». Inoltre, Falcomatà rimarca di «non aver mai delegato Castorina a presiedere la commissione» sebbene ricordasse «che faceva parte della predetta» ma non le modalità della sua nomina (se originaria o in subentro). Inoltre, riferisce: «Nessuno mi ha mai segnalato la presenza di Castorina all’interno della commissione elettorale».
Per legge, la commissione è presieduta dal sindaco che, in caso di impossibilità, può delegare un assessore. «Solitamente – dice Falcomatà – la commissione elettorale per verificare la mia disponibilità a partecipare quale presidente o a delegare qualcuno si informa sulla mia disponibilità per il giorno in cui fissare la convocazione. Peraltro ciò è avvenuto recentemente in quanto sono stato informato, dall’ufficio elettorale, della necessità di riunione della commissione ed ho dato la mia disponibilità a presiedere la riunione che si è svolta lo scorso lunedì. Ciò non ricordo sia avvenuto in precedenza, in relazione alle riunioni relative alle ultime elezioni, né ricordo di aver delegato qualcuno a presiedere la commissione».
Solo quando gli inquirenti portano all’attenzione del primo cittadino la delibera numero 7 del 24 novembre 2014 di nomina dei componenti della commissione elettorale comunale questi ricorda. «Si trattava – dice Falcomatà – della riunione di insediamento del consiglio comunale e prendo atto che Castorina non è stato nominato» avendo dunque fatto affidamento, il sindaco, alle sole parole del consigliere comunale.

La delega firmata e revocata da Falcomatà. Castorina nomina i presidenti di seggio

Per quanto attiene all’aspetto già “noto”, «in forza della delega conferita dal sindaco all’indagato Castorina, questi provvedeva alla nomina di 41 presidenti di seggio che, anche dopo la revoca della predetta delega da parte del sindaco (una volta segnalata la sua illegittimità) venivano da quest’ultimo, comunque, in massima parte confermati».
In altri termini: il primo cittadino avrebbe rilasciato una delega in violazione dell’articolo 20 del Dpr 570/1960 ignorando, di fatto, questa prescrizione o meglio – come si evincerà dalle sue dichiarazioni agli inquirenti – fidandosi della buona fede di Castorina.
Accortosi dell’errore, sempre Falcomatà avrebbe revocato la delega che tra l’altro gli inquirenti non hanno ritrovato protocollata ma soltanto «come screenshot sul telefono di uno dei soggetti coinvolti». L’intervenuta revoca non avrebbe comunque fatto desistere Castorina che anzi avrebbe mantenuto il ruolo «acquisito» all’interno della commissione elettorale del Comune, interferendo sulla nomina dei presidenti di seggio.
Il sindaco chiarisce le circostanze che avevano portato al rilascio della delega a Castorina per la nomina dei presidenti di seggio, e successiva revoca.
Falcomatà ricorda che in occasione «dell’inaugurazione dell’illuminazione del Parco Lineare Sud» Castorina accennò a «problematiche e che, in qualità di componente della commissione elettorale, poteva dare una mano». Contestualmente, Castorina porta la delega al sindaco. «Non ho dato peso al fatto che la delega fosse priva di intestazione. Della delega ne avevamo parlato ed io dissi a lui di verificare se si poteva fare». La sera stessa, lo staff di Falcomatà lo rende edotto dell’illegittimità della delega e, di conseguenza, racconta «di aver adottato un provvedimento di annullamento».
Dalla ricostruzione di Falcomatà, secondo gli inquirenti, questi si sarebbe «fidato della buona fede di Castorina».
Dice ancora il sindaco: «Non l’ho chiamato nell’immediatezza per dirgli che mi aveva fatto firmare un atto che non si poteva fare; ne abbiamo parlato solo successivamente, incidentalmente, ma ho ritenuto che lo stesso non lo avesse fatto per danneggiarmi».
L’atto non risulta tra l’altro protocollato. «Davo per scontato – dice Falcomatà – che avrebbe provveduto alla protocollazione della delega. All’Ufficio elettorale non ho dato alcuna indicazione per l’individuazione dei presidenti di seggio dopo l’annullamento delle nomine fatte da Castorina; anzi dissi alla dirigente Stracuzza di fare un avviso pubblico per la individuazione di tali presidenti ai fini della trasparenza delle nomine». E ancora: «Non ho confermato le nomine fatte da Castorina, mi sono soltanto limitato a firmare le nuove nomine fatte dall’Ufficio elettorale».
I tempi, infatti, erano ormai stretti per procedere all’evidenza pubblica, essendo allora già il 18 settembre. «Ricordo che non si potè procedere con avviso pubblico, ma […] escludo categoricamente che mi sia stata rappresentata la necessità di procedere a rinominare, con una sostanziale ratifica, le nomine svolte precedentemente dallo stesso Castorina», cosa di fatto avvenuta e della quale Falcomatà «prende atto» ribadendo che «nessuno mi ha rappresentato che stavamo procedendo a confermare le nomine fatte in precedenza da Castorina» né il sindaco si dice «a conoscenza dei criteri seguiti dall’Ufficio elettorale nella individuazione dei presidenti».
A portare le deleghe per la ratifica sarebbe stato Covani che però, a detta di Falcomatà, non si sarebbe interfacciato direttamente con lui. «Credo che nei confronti di Covani siano state mosse contestazioni disciplinari di cui non conosco specificamente il tenore; attualmente vi è un nuovo responsabile dell’Ufficio elettorale». (redazione@corrierecal.it)

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