LAMEZIA TERME Dopo il rinvio a data da destinarsi del ritorno al voto nelle quattro sezioni contestate e l’attesa per l’udienza in Consiglio di Stato fissata per il 9 marzo, continuano le pessime notizie per il Comune di Lamezia Terme.
Tutto ruota attorno alla presentazione del piano anticorruzione aggiornato al triennio 2020/22 che l’Ente lametino non avrebbe prontamente pubblicato come invece avrebbe dovuto fare entro il 31 gennaio. L’ultimo, invece, risale al 2018/2020.
Gli accertamenti dell’Anac, partiti a dicembre 2020 e culminati poi il 14 gennaio 2021, hanno evidenziato come sul sito istituzionale del Comune di Lamezia non fosse stato pubblicato, nell’apposita sezione, il PTPCT relativo al triennio 2020/22, avviando così la procedura nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct), del sindaco, il suo vice e i membri della Giunta comunale.
La stessa attività di vigilanza nei confronti del Comune lametino ha portato a rilevare in un primo momento nel sito istituzionale la pubblicazione dell’avvio della consultazione pubblica per l’approvazione del piano, ma non la delibera. In riferimento all’individuazione delle responsabilità, inoltre, l’Anac ha formulato anche delle diversificazioni in merito agli adempimenti omessi. Dalla documentazione acquisita, infatti, è emersa la buona fede della neo nominata Rpct, Carmela Chiellino, che ha «prontamente attivato l’iter per la predisposizione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2020/22, con l’aggravio dovuto alla mancanza di quello relativo all’annata precedente».
Se da una parte c’è la “buona fede” del Rpct pro-tempore, dall’altra non ci sarebbero scuse per l’attuale Rpct, Pasquale Pupo. La mancata approvazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2020/22, con la memoria difensiva presentata lo scorso 27 gennaio 2021, era da imputarsi «alla grave carenza di personale (due figure dirigenziali in pianta organica e prepensionamento di 60 unità nel corso del 2019) e alle problematiche dell’emergenza pandemica per la diffusione del Covid-19. Tesi difensiva peraltro avallata dall’allora sindaco, Paolo Mascaro, e la sua giunta. Ma per l’Anac si tratta di osservazioni «comprensibili» ma tuttavia «insufficienti» per giustificare l’inadempienza ai principali obblighi sanciti dalla normativa vigente. Sottolinea l’Anac, infatti, che Pupo e l’organo politico dell’Ente lametino erano consapevoli «dell’inadempimento che si reiterava per il secondo anno consecutivo».
Una posizione, quella assunta dall’Anac, irremovibile anche in virtù dell’obbligo di presentare il Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza ogni 31 gennaio e cha portato a determinare anche delle sanzioni in relazione «alla gravità dell’infrazione, la rilevanza degli adempimenti omessi, la contestuale omissione dei provvedimenti obbligatori e l’eventuale reiterazione dei comportamenti contestati».
Per queste ragioni l’Anac, con la delibera 172 del 24 febbraio, ha così previsto una sanzione da mille euro per Pasquale Pupo (Rpct); il sindaco Paolo Mascaro; il vice Antonello Bevilacqua e gli assessori Teresa Bambara, Francesco Dattilo, Giorgia Gargano, Giovanni Francesco Luzzo, Luisa Vaccaro e Sandro Zaffina. Disposta, infine, l’archiviazione nei confronti di Carmela Chiellino, Rpct pro-tempore del Comune di Lamezia, per l’Anac, esente da qualunque responsabilità. (redazione@corrierecal.it)
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