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«Mamma, scusa se non posso curarti nella tua terra». Appello per il Sant’Anna

Lettera della figlia di una paziente. «Se la struttura chiuderà dovremo fare il “viaggio della speranza”. Così si torturano i calabresi»

Pubblicato il: 07/03/2021 – 14:22
«Mamma, scusa se non posso curarti nella tua terra». Appello per il Sant’Anna

CATANZARO «Cara mamma ti chiedo scusa se non potrai essere curata in Calabria». È il messaggio della lettera inviata dalla signora Pamela Ruga alla madre, operata nel 2017 al Sant’Anna Hospital di Catanzaro, struttura specializzata in cardiochirurgia che rischia la chiusura. «Abbiamo fatto un banale controllo a cavallo delle festività natalizie del 2017, prima di partire per le ferie e abbiamo scoperto che mia madre aveva una carotide otturata. Mi hanno mandato dal chirurgo vascolare e lì il medico e mi ha invitato a non partire. L’hanno ricoverata il 3 gennaio 2017 e dopo una coronografia hanno individuato il problema. Mia madre ha ricevuto un intervento di angioplastica con impianto di stent alle coronarie e poi il 12 un altro intervento alla carotide», spiega a LaPresse la signora Ruga che ha sottolineato l’«attenzione massima» riservata alla madre dal personale. «Ho avuto la possibilità di curare mia mamma qui, nel frattempo anche mio papà si è ammalato e qualora dovesse avere nuovamente bisogno sarebbe problematico. Sarebbe veramente difficile la gestione», prosegue lanciando il suo «grido di allarme». Il Sant’ Anna hospital «rischia il blocco e la chiusura» mentre «sarebbe auspicabile che una clinica come questa, che ha al suo interno dei medici preparatissimi e competenti, che ci invidiano in tutta Italia, continuasse a lavorare come hanno sempre fatto».

«Torturate anche i calabresi»

«Cara mamma, vorrei garantirti le migliori cure possibili. Vorrei dirti che andrà tutto bene e le mani di un sapiente cardiologo/cardiochirurgo metteranno apposto il tuo cuore malato. Cara mamma, vorrei dirti che verrai curata nella tua terra, come giusto che sia, ed io potrò venire a trovarti tutti i giorni e farti sentire il calore che solo una figlia può donare alla propria mamma», scrive nella lettera la signora Ruga. E ancora: «Ti chiedo scusa mamma se dovremo fare il “famoso viaggio della speranza” per effettuare un intervento o i controlli che avresti potuto fare benissimo nella terra che ci ha dato i Natali. Ti chiedo scusa se, con questa semplice testimonianza, non sarò in grado di cambiare le cose. Anche io invito l’Asp di Catanzaro e la Regione Calabria a smettere di torturare il Sant’Anna, così facendo state torturando gli altri 1.947.000 di calabresi».

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