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Criticità di dimensioni «patologiche», l’Asp di Cosenza è fuori controllo

Pesante giudizio della Corte dei Conti sugli esercizi finanziari 2016-2017 (e anche quelli successivi…): c’è tutto il campionario delle violazioni

Pubblicato il: 08/03/2021 – 15:40
Criticità di dimensioni «patologiche», l’Asp di Cosenza è fuori controllo

CATANZARO  «Violazioni, irregolarità, criticità» di «dimensioni patologiche» e tali da aver ormai raggiunto un notevole «livello di cronicità». Per la gestione contabile e finanziaria dell’Asp di Cosenza arriva la pesante bocciatura della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, che, in una deliberazione adottata il 24 febbraio, censura pesantemente gli esercizi 2016 e 2017 (ma anche quelli successivi) dell’azienda bruzia.

La reprimenda al management

Ben 18, le «violazioni, irregolarità, criticità», riscontrate dalla magistratura contabile, che parte da una bacchettata al management per l’assenza di informazioni alla Corte dei Conti. A luglio infatti la sezione di controllo aveva accordato ai vertici dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza una proroga per consentire di completare «tutte le operazioni necessarie all’adozione del bilancio consuntivo 2019», tuttavia «considerato il mancato riscontro entro i termini concessi, tenuto oltremodo conto delle difficoltà operative indotte dallo stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, la Sezione ha ulteriormente proceduto, con nota del 21 dicembre 2020, a sollecitare il commissario straordinario e il direttore amministrativo intimando loro di fornire riscontro entro ulteriori 30 giorni. Considerato che, alla scadenza di tale ulteriore termine (21 gennaio 2021), non è pervenuto alcun riscontro né da parte del commissario straordinario né dal direttore amministrativo, la Sezione – scrive la Corte dei Conti – procede a deliberare sulla base delle sole informazioni e dei dati forniti dal Collegio sindacale… per le annualità 2016-2019, tenuto conto che, ad oggi, i bilanci d’esercizio 2018 e 2019 non risultano ancora approvati dall’azienda».

«Preoccupante crescita delle perdite»

Ma questa è solo la prima contestazione che la Corte dei Conti muove alla gestione dell’Asp di Cosenza. Il “cahier de doleance” parte con la «grave violazione» delle norme  «in merito alla tardiva adozione dei bilanci consuntivi relativi agli esercizi 2016, 2017 e alla mancata adozione, a tutt’oggi, dei bilanci consuntivi relativi agli esercizi 2018 e 2019», per proseguire con la «crescita preoccupante delle perdite passate da -39.974,914,00 euro nel 2017 a – 62.533.733,00 euro nel 2018 e a – 61.821.678,00 euro  nel 2019, sebbene, per tali ultimi esercizi, non risultino ancora adottati i rispettivi bilanci consuntivi». Male anche il “valore della produzione” dell’Asp di Cosenza: la magistratura contabile riscontra «per la voce “ricavi per prestazioni sanitarie e sociosanitarie a rilevanza sanitaria” una riduzione del 39% dal 2015 al 2016, e un ulteriore peggioramento, nel 2018, rispetto all’esercizio precedente pari al 36%; per “altri ricavi e proventi”, una riduzione dal 2018 rispetto al 2017 del 17%». Quanto ai costi di produzione, emerge – si legge nella delibera della magistratura contabile – «un incremento del 9% dal 2017 al 2018 della voce “acquisti dei beni sanitari”, e del 2,72% nel 2019; un aumento del costo della “manutenzione e riparazione” pari al 10% nel 2018 rispetto all’esercizio precedente e del costo relativo al “godimento di beni di terzi” del 15%» e ancora «relativamente ai beni non sanitari un incremento dal 2016 al 2017 per “materiali da guardaroba, di pulizia e di convivenza in genere” (+53%),“supporti informatici e cancelleria” (+8%), “altri beni non sanitari” (+37%); relativamente ai servizi non sanitari, una crescita dal 2017 al 2018 per “lavanderia” (+6,40%); “riscaldamento” (+13,31%), “utenze telefoniche” (+12,63%), “altre utenze” (+19,90%). Dal 2018 al 2019, aumento per “pulizia” (+10%), “riscaldamento” (13,48%), “servizi di assistenza informatica” (+53,46%), “smaltimento rifiuti” (+20,69%); “utenze telefoniche” (+5,84%); “altri servizi non sanitario da privato” (+4,73%)». Non finisce qui, perché la Corte dei Conti stigmatizza «nell’ambito della macrovoce “godimento dei beni dei terzi”, per la voce “canoni noleggio area non sanitaria” un aumento dal 2016 al 2017 del 378%; per la voce “canoni di leasing area sanitaria”, un incremento dal 2015 al 2016 del 325% e l’assenza di spesa nel 2017» e ancora «una preoccupante crescita della spesa farmaceutica nel 2018 rispetto all’esercizio precedente pari all’83%, mentre la spesa per dispositivi medici risulta cresciuta del 10% nel 2019 rispetto al 2018», Quanto alla speciale del personale, si annota – riporta la delibera dei giudici contabili – «la violazione dell’articolo 9, comma 28 del dl 78/2010 per gli esercizi 2016, 2017, 2018 e 2019».

«Debito scaduto pari al 100% dell’intera massa debitoria»

Quanto ai pagamenti, l’Asp di Cosenza registra un ritardo per il triennio 2015-2017 mentre rientra nei termini per il biennio 2018-2019, ma in generale però la Corte dei Conti rileva «un’elevata consistenza dei debiti v/fornitori; un aumento dei pagamenti oltre i termini previsti dal Dpcm 22/9/2014, rispetto al totale dei pagamenti (nel 2017 euro 217.486.842,00 rispetto a euro 535.425.521,00, cioè il 41%; nel 2018 euro 224.674.007,00 rispetto a euro 504.784.712,00, il 44%; nel 2019 euro 231.595.114,00 rispetto a euro 414.756.878, il 56%)». Nel triennio 2015/2017 – spiegano poi i giudici contabili – il debito scaduto è pari al 100% dell’intera massa debitoria». Il triste “rosario” delle criticità si allunga a dismisura, per la Corte dei Conti, che contesta inoltre all’Asp di Cosenza il «ricorso massiccio ad anticipazioni di tesoreria, con interessi debitori maturati al 31 dicembre 2019, relativi all’anticipazione di cassa concessa, pari ad euro 3.868.862,04 e spese per commissione, pari a euro 6.038.048,06; relativamente al 2017 e 2018; mancata attività di regolarizzazione dei sospesi; somme vincolate per pignoramenti, alla data del 31 dicembre 2019, pari a complessive euro 102.090.376,50; incremento degli oneri finanziari dal 2016 al 2017, passati da euro 11.138.695,00 a euro16.620.411,00 (pari al 49%); inadeguati accantonamenti a fondo rischi, considerato l’ingente contenzioso e la indeterminatezza e parzialità dei dati comunicati; una consistente mole di crediti risalenti (2013 ed ante) pari a euro 53.011.370,00; sopravvenienze passive cresciute dal 2015 (euro 3.001.000,00) al 2016 (euro 18.430.223,00) del 514%, e dal 2016 al 2017 (euro 19.939.992,00) dell’8%». Chiude l’elenco «per l’esercizio 2017 la violazione di quanto disposto dalla legge 208/2015, commi 548 e 549, in quanto l’acquisizione di beni e servizi appartenenti alle categorie merceologiche individuate dal Dpcm 24/12/2015 non è avvenuta esclusivamente mediante la Consip o la Centrale regionale di committenza, oltre alla violazione di quanto disposto dall’articolo. 36 del dlgs 50/2016 in riferimento al principio di rotazione».

«Azienda, commissario e Regioni collaborino»

In definitiva, la Corte dei Conti dipinge il quadro di una gestione completamente fuori controllo dell’Asp di Cosenza, per questo invita l’azienda ma anche il commissario della sanità e il Dipartimento regionale Tutela della Salute a porre rimedio a tutte le criticità riscontrate. Nel dispositivo della delibera della magistratura contabile infatti si legge: «La sezione, in considerazione del livello di cronicità raggiunto dalle criticità sopra descritte, auspica la pronta adozione di azioni congiunte e concertate tra azienda, struttura commissariale e Regione, mediante la piena valorizzazione delle proprie competenze e secondo una logica di coordinamento simbiotico tra livelli di governo… Questo affinché l’adozione di eventuali misure finanziarie straordinarie, il cui fine sia quello di lenire, temporaneamente, criticità di dimensioni patologiche, sia contestualmente coadiuvata da interventi diretti a rimuovere le cause delle inefficienze radicate nella gestione aziendale».  (a. cant.)

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