Riceviamo e pubblichiamo dall’ex manager di Fincalabra Luca Mannarino.
Diversamente da quanto riportato nella ricostruzione ripresa nell’articolo dal titolo “Quando Fincalabra giocava con i fondi destinati alle aziende”, pubblicato oggi (lunedì 8 marzo) su Corriere della Calabria, ribadendosi quanto già denunciato in tutte le sedi competenti, si rettifica e precisa per come segue:
- Luca Mannarino è stato illegittimamente rimosso dalla carica di Presidente di Fincalabra Spa dall’allora Governatore Mario Oliverio, prima del citato disinvestimento che è stato operato successivamente e da altri;
- l’investimento, quindi, non è stata causa della rimozione di Mannarino; l’inesistente rapporto causa-effetto (investimento-rimozione), più volte ribadito nell’articolo è fortemente distorsivo della realtà dei fatti realmente accaduti;
- quel disinvestimento è stato messo in atto dall’allora neo presidente di Fincalabra, Carmelo Salvino, nominato da Oliverio in sostituzione di Mannarino;
- l’iniziativa di Salvino è stata portata avanti senza chiedere il relativo parere al comitato degli investimenti del Fondo Unico di Ingegneria Finanziaria (Fuif), unico organo deputato a stabilire l’opportunità o meno di quella operazione;
- è dal quel disinvestimento che dipende direttamente il danno economico causato alla Regione Calabria, di cui si parla ampiamente nell’articolo;
- per la rimozione di Mannarino, illegittima e quindi non per giusta causa, Oliverio risulta rinviato già a giudizio per abuso d’ufficio, avendo egli contravvenuto, tra le altre norme, a tutti i provvedimenti dell’autorità giudiziaria che avevano ordinato all’allora Governatore di non rimuovere il presidente di Fincalabra;
- le gestione della tesoreria intesa quale ottimale impiego delle giacenze dei fondi non utilizzati non soltanto non è qualificabile come un gioco ma rappresenta una funzione integrante ed ordinaria dell’attività del Fuif, così come previsto dall’accordo di finanziamento stipulato tra Fincalabra Spa e la Regione Calabria e, quindi, non vietata da alcuna norma comunitaria;
- al momento della rimozione illegittima di Mannarino, gli strumenti finanziari sottoscritti da Fincalabra nell’ambito della citata gestione della tesoreria (strumenti successivamente smobilizzati dalla presidenza Salvino) avevano prodotto un rendimento netto pari a 578.227,67 euro;
Per tutte le altre questioni di merito evocate nell’articolo, si continua a confidare nell’operato della magistratura alla quale sono stati forniti tutti gli elementi e che – siamo certi – farà presto chiarezza definitiva.
Accogliamo la precisazione di Luca Mannarino. Qualche postilla, però, è necessaria. Ci affidiamo a quanto esposto da organi terzi, esterni al contenzioso Mannarino-Salvino/Oliverio (ricordiamo anche che la presunzione di innocenza vale sia per l’ex presidente della finanziaria regionale, attualmente sotto processo, che per l’ex governatore rinviato a giudizio a seguito della rimozione). Il Collegio dei revisori di Fincalabra, assente giustificato alla riunione notturna in cui si è deciso di investire i 46,5 milioni di euro, ha giudicato la mossa finanziaria dell’allora manager quantomeno incongrua sia per le modalità che per i vincoli ai quali ci si sarebbe dovuti attenere riguardo al Fuif. Il tecnico, comprensibilmente, difende il proprio operato, che avrebbe addirittura provocato un rendimento per la Regione. Un altro organo terzo, la Corte dei Conti, ha condannato però Mannarino a risarcire oltre 1,5 milioni di euro. In attesa che i conti tornino per tutti, i fatti sono questi.