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l’interrogatorio

Brogli elettorali, Castorina non risponde ai magistrati

Al Cedir, per gli interrogatori di garanzia, si sono presentati gli indagati nel secondo filone dell’inchiesta. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere

Pubblicato il: 09/03/2021 – 13:28
Brogli elettorali, Castorina non risponde ai magistrati

REGGIO CALABRIA Tutti avvalsi della facoltà di non rispondere, gli indagati nel secondo filone d’indagine del procedimento sui presunti brogli elettorali relativi alle amministrative di Reggio Calabria dello scorso 20 e 21 settembre.
Davanti al procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e al sostituto procuratore Paolo Petrolo, per l’interrogatorio di garanzia si è presentato anche il consigliere eletto Antonino Castorina, attinto lo scorso 3 marzo da una seconda misura cautelare dopo quella relativa all’ordinanza dello scorso 9 dicembre (eseguita il successivo 14) che gli era valsa la restrizione agli arresti domiciliari.
Castorina, difeso dagli avvocati Francesco Calabrese e Natale Polimeni, ha inoltre presentato una memoria difensiva. Nella seconda fase delle indagini sviluppate dalla Digos sulla base delle dichiarazioni rese dal presidente di seggio indagato in prima istanza, Carmelo Giustra, all’ex esponente PD vengono contestate ulteriori ipotesi di reati elettorali, nonché in concorso per abuso d’ufficio e falsità ideologica in atto pubblico. Sono comparsi oggi davanti ai magistrati anche Francesco Laganà, consigliere comunale nel comune di Calanna e il giornalista Fortunato Morelli, entrambi facenti parte dell’entourage di Castorina e indagati per concorso materiale e morale in varie ipotesi di reati elettorali. Simone D’Ascola, indagato per concorso materiale e morale in varie ipotesi di reati elettorali, che avrebbe intermediato per l’insediamento di Carmelo Giustra (indagato nel primo filone del procedimento) nel seggio elettorale numero 172, originariamente designato dal “gruppo”.
Giuseppe Saraceno, zio acquisito di Castorina, scrutatore al seggio 184 di Archi e indagato per concorso materiale e morale in varie ipotesi di reati elettorali.

La nota dei difensori di Castorina

«La decisione di non rispondere alle domande di cui all’interrogatorio, tuttavia, non può e non deve leggersi negativamente, quale sottrazione del Castorina all’accertamento della verità, anzi al contrario». È quanto scrivono in una nota gli avvocati Natale Polimeni e Francesco Calabrese, difensori di Castorina. «Ciò non solo e non tanto perché la scelta è una facoltà riconosciutagli e garantita ad ogni indagato dalla legge, ma soprattutto, in primordine, perché Castorina si troverebbe nella assurda posizione di dover rispondere a domande inerenti fatti di indagine dallo stesso non conosciuti e conoscibili. Invero, condizione primaria ed irrinunciabile ai fini di un sereno esame dell’indagato è che lo stesso sia a conoscenza dei fatti oggetto di incolpazione, così come delineati mediante il materiale d’indagine». «Con riferimento a Castorina, al contrario, – precisano i legali – il materiale di indagine è comunicato (finora) in maniera come minimo parcellizzata, frazionata, a singhiozzi. Per tal via, l’indagato non è certamente nelle condizioni di poter conoscere tutti i fatti di cui al giudizio: in altre parole, l’indagato dovrebbe sottoporsi a domande inerenti a circostanze da lui non ancora conosciute, di cui lo stesso non sarebbe edotto». «Vien da sé che Castorina, – scrivono ancora – pur nel più che fervido interesse ad apportare il suo personale contributo all’accertamento della verità processuale, innegabilmente, non avrebbe potuto sottoporsi ad un sì pressante, stringente, stressante scrutinio senza neanche avere contezza della sua posizione processuale». «Sicché, ancora una volta, l’indagato – concludono i difensori – ha tenuto a precisare dinnanzi all’autorità giudiziaria che gli sarà possibile – e sarà suo primario interesse – contribuire all’accertamento della verità storica e processuale solo nel momento in cui sarà cristallizzata la discovery processuale». (f.d.)

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