LAMEZIA TERME Il motto della massoneria, inequivocabile, è «si entra per dare». Lo spiega il collaboratore di giustizia Cosimo Virgiglio, noto per la sua militanza nelle logge e gli addentellati nei servizi segreti. Su queste basi vengono scelti coloro che faranno parte di una loggia e, ancora di più coloro che vengono scelti per e appoggiati per una elezione. Nel 2006 – spiega Virgiglio interrogato dal sostituto procuratore della Dda Antonio De Bernardo – su intercessione dell’avvocato Cassadonte, decano di una loggia massonica catanzarese, si decise di appoggiare la candidatura a senatore dell’avvocato Giancarlo Pittelli appartenente alla stessa loggia di Cassadonte. «Cassadonte ci aveva informato – dice Virgiglio – del fatto che Pittelli aveva capacità di relazionarsi e interfacciarsi con i magistrati».
«Quando c’era interesse a eleggere un nostro rappresentate era la massoneria che si rivolgeva alla ‘ndrangheta attraverso quei soggetti, definiti “in giacca e cravatta”, come medici e avvocati che grazie al proprio lavoro erano i personaggi privilegiati per fare da collegamento con la criminalità organizzata». Anche per Pittelli – spiega il collaboratore rispondendo alle domande dell’avvocato Salvatore Staiano – venne coinvolta la criminalità organizzata. In quell’occasione Virgiglio andò a Rocca di Neto e si rivolse a Sabatino Marrazzo, maestro venerabile, che guidava sia la loggia Pitagora deviata che quella pulita. Sabatino Marrazzo «ha innescato subito i meccanismi per la campagna elettorale del 2006. Marrazzo si rivolse a un avvocato di Catanzaro appartenente alla propria loggia».
Nel primo decennio del 2000 – Virgiglio comincia a collaborare dal 30 dicembre 2009 – la massoneria è molto potente in Calabria. «Non è un caso che le più grandi inchieste sulla massoneria siano state fatte in Calabria – dice Virgiglio –. Ci sarà un perché se nel 2004 ci si riunisce in Calabria per parlare degli investimento sul porto di Gioia Tauro e sulla sanità. All’epoca c’era un’inflazione di iscritti. In ogni paese si voleva aprire una loggia. E per quanto riguarda la massoneria deviata la provincia di Vibo era la più potente e impregnata. «Reggio non è neanche un satellite rispetto a Vibo», dice Virgiglio.
La massoneria non disdegna di inserire tra le proprie fila forze dell’ordine e magistrati. «C’era un tenente colonnello che ci riferiva di tutte le indagini grosse che c’erano sul tirreno», racconta il collaboratore. Così il maestro venerabile Sabatino Marrazzo non esitò a rivolgersi all’amico Virgiglio e al gran maestro della loggia dei garibaldini d’Italia, Pino Francica, quando suo fratello, Agostino Marrazzo, venne arrestato per omicidio. «Sabatino ci chiese un intervento per il fratello imputato per omicidio e voleva un interessamento a livello di magistratura. Io non lo avallai perché non ero convinto dell’innocenza del fratello, come diceva lui. Francica invece lo indirizzò verso un avvocato di Cosenza». «Agostino uscì assolto per la prima volta dall’accusa di omicidio», ricorda il collaboratore.
In epoca più recente, il 17 dicembre 2020, ricordiamo per dovere di cronaca, la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, nell’ambito del procedimento antimafia denominato Six Towns, ha assolto Agostino Marrazzo per l’omicidio di Franco Iona avvenuto l’8 ottobre 1999, e la sua pena è stata rideterminata dall’ergastolo, inflitto in primo grado, a 10 anni di reclusione. Nella stessa sentenza Sabatino Marrazzo, 8 anni in primo grado, è stato assolto. I tre fratelli Agostino, Giovanni e Sabatino Marrazzo vengono considerati dall’accusa collocati nella cosiddetta società Maggiore con la dote di “santisti”, per i quali la Dda aveva ottenuto il 41 bis, ovvero il carcere duro.
C’è un locale a Settingiano dove, a detta del collaboratore, si svolgevano le riunioni della massoneria. «Era uno dei posti preferiti perché sapevamo dai “fratelli” nelle forze dell’ordine che non c’era il pericolo di essere ascoltati», spiega Virgiglio. A queste riunioni Cosimo Virgiglio ricorda di avere incontrato i fratelli Torchia, sia l’avvocato che il professore, Sabatino e Agostino Marrazzo, Saverio Zavettieri, il senatore Speziali e Franco Corrado, il segretario particolare di Giuseppe Chiaravalloti il quale «è venuto anche lui a cena con noi al locale». Secondo quanto racconta Virgiglio l’ex governatore della Calabria Chiaravalloti «gestiva la loggia coperta nella zona del catanzarese anche se il tempio era a Praialonga. Chiaravalloti è entrato nella massoneria nel ’93 insieme a Franco Tricoli. Facevano parte del gruppo dei magistrati».
«Noi abbiamo creato delle vere e proprie banche – afferma Virgiglio –, il credito cooperativo di San Ferdinando lo abbiamo creato noi. Siamo intervenuti con la banca popolare di Crotone quando è stata fondata, e anche con la Banca di credito cooperativo di Maierato alla quale erano interessati i Mancuso». (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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