CATANZARO Il gup di Catanzaro Paola Ciriaco ha assolto, perché «il fatto non sussiste», i dirigenti regionali Bruno Zito e Sergio Tassone, accusati di falso ideologico e abuso d’ufficio. È stata accolta dal gup, nel processo in fase preliminare, la richiesta della difesa – gli avvocati Francesco Iacopino e Crescenzio Santuori, per Tassone, e Nicola Cantàfora e Massimo Scuteri per Zito – e del sostituto procuratore di Catanzaro Graziella Viscomi.
La vicenda che vedeva implicati i due imputati risale a gennaio 2019 il caso di un funzionario, Salvatore Lopresti, che era era stato sospeso dal servizio, in via cautelare, il 6 febbraio 2018 dopo essere stato posto ai domiciliari, con altri tre coindagati, in seguito all’inchiesta condotta dalla Procura di Catanzaro su presunti illeciti commessi riguardo un appalto da 100 milioni di euro per il servizio di Elisoccorso.
Ad aprile la misura cautelare dei domiciliari era stata trasformata – su istanza di parte dal gip del Tribunale di Catanzaro – nella misura interdittiva della sospensione per un anno dell’esercizio di pubblico ufficio. Una misura che l’indagato avrebbe “trasgredito” chiedendo di essere riammesso in servizio in Regione. La richiesta era stata accolta e lo testimonia la delibera di giunta regionale 422 della seduta del 24 settembre 2018, secondo la quale – su proposta dell’assessore regionale al Personale Maria Teresa Fragomeni – la giunta aveva deliberato di conferire a Lopresti l’incarico temporaneo di reggenza del Settore “Sport e Politiche Giovanili” «nelle more che, il medesimo dirigente, sia individuato, nelle forme di legge e nell’ambito delle procedure previste dalla normativa vigente, quale titolare di un incarico e comunque facendo salvi gli esiti del giudizio pendente».
In seguito a questo fatto era stata avviata un’indagine e indagati il governatore Mario Oliverio, il vicepresidente Francesco Russo, l’assessore al Bilancio e alle Politiche del personale, Maria Teresa Fragomeni, l’assessore ai Trasporti Roberto Musmanno, l’assessore all’Ambiente Antonietta Rizzo, l’assessore all’Urbanistica Francesco Rossi e i dirigenti Bruno Zito e Sergio Tassone. Erano tutti presenti alla seduta di giunta del 24 settembre nel corso della quale era stata adottata la delibera 422 che riassegnava al dirigente Lopresti un incarico dirigenziale.
A seguito degli interrogatori, disposti in fase di indagine, la Procura aveva archiviato la posizione dei componenti della giunta, ma non dei dirigenti Zito e Tassone, i quali, oggi, davanti al gup, nel corso di un lungo interrogatorio, hanno difeso la bontà e correttezza del loro operato, evidenziando tra l’altro come, a fondamento della loro istruttoria, avessero utilizzato un contributo scientifico pubblicato sul sito della Scuola superiore della Magistratura, nel quale, in particolare, si sosteneva la tesi dottrinale adottata dai medesimi dirigenti. Al termine degli interrogatori il pm ha chiesto l’assoluzione degli imputati e le difese hanno discusso circa la correttezza dell’operato dei dirigenti. Richieste accolte dal gup che ha posto termine al procedimento con l’assoluzione di Zito e Tassone.
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