VIBO VALENTIA I vaccini anti-Covid, per ora, restano a Vibo Valentia, nelle celle della farmacia dello “Jazzolino”. Questo il risultato auspicato e ottenuto nel tardo pomeriggio, dopo una battaglia durata qualche ora guidata dal sindaco di Vibo, Maria Limardo, insieme ad una cinquantina di colleghi del Vibonese. Di fatto si tratta di vera e proprio “guerra fra poveri” o per alcuni uno “scippo autorizzato” ma quello accaduto oggi a Vibo è evidentemente lo specchio di una gestione del piano vaccinale che, in Calabria, fa acqua da tutte le parti. L’emergenza in queste ultime ore ha però assunto i contorni di una guerra territoriale tra Vibo e Reggio Calabria. Già perché oltre alle mille dosi già “dirottate” verso la città dello Stretto, oggi era in programma il trasferimento di altre 2.140 dosi di vaccini anti-Covid Pfizer e Moderna. Una richiesta, quella firmata dal commissario alla sanità calabrese Guido Longo, arrivata un po’ a sorpresa e considerata quasi come un affronto e un insulto per l’intera comunità vibonese, a cominciare dal sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo.
E così, sull’onda dell’indignazione, il sindaco di Vibo nonché presidente della conferenza dei sindaci, ha raggiunto la Cittadella regionale senza ottenere risultati soddisfacenti. Longo, infatti, era a Roma e le risposte fornite dal presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirì, sono state evasive. Così il primo cittadino di Vibo ha chiamato a raccolta tutti gli omologhi del Vibonese, guidando la “rivolta” davanti alla sede dell’Asp. «Quella che stiamo subendo – spiega Maria Limardo – la consideriamo una vera ingiustizia. Pretendiamo che tutte le dosi che ci sono state consegnate vengano somministrate ai nostri cittadini e non portate altrove». «Sarà anche una lotta fra poveri ma se la provincia di Vibo Valentia ha avuto assegnate queste dosi, è giusto che vengano somministrate alle persone e agli abitanti delle città di tutto il territorio Vibonese».
A delineare la situazione ci ha pensato poi il commissario dell’Asp di Vibo, Maria Pompea Bernardi: «Ho utilizzato i vaccini a disposizione come prima dose, poi c’è stato l’invito ministeriale che mi imponeva, di fatto, di mettere da parte almeno il 30% delle dosi di vaccino Pfizer e Moderna per la seconda dose che va somministrata dopo 21 giorni. Oggi però mi è stato riferito che ho sbagliato perché le dosi vanno somministrate tutte». «Chiederò però al soggetto attuatore – spiega ancora Maria Pompea Bernardi – come mi devo comportare perché da Roma mi è stato detto anche che le altre dosi non arriveranno se prima non utilizzeremo tutte le dosi che abbiamo ora a disposizione. Io però mi auguro che, al 21esimo giorno, mi arriveranno le dosi per garantire la seconda vaccinazione».
Dalla sede Asp, alla farmacia dell’ospedale “Jazzolino”. È lì che una cinquantina di sindaci hanno portato la loro indignazione, per bloccare il trasferimento delle dosi di vaccino anti-Covid. Una operazione portata a termine con successo, con il mezzo inviato dalla Asp di Reggio Calabria costretto a tornare indietro. Poco prima, al telefono, era stato il commissario Longo a chiedere ai sindaci vibonesi «un atto di generosità» suscitando, al contrario, la rabbia dei sindaci presenti che comunque hanno già annunciato che vigileranno anche nelle prossime ore e nei prossimi giorni.
«Assurda la situazione che si è venuta a creare con il blocco dei vaccini destinati a Reggio Calabria da parte dei sindaci della provincia di Vibo Valentia. In questo modo si rischia di generare una vera e propria guerra tra poveri che finisce per penalizzare i cittadini e l’intero territorio». Questa la replica del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. «L’organizzazione del piano vaccinale, ammesso che ne esista uno, nella nostra regione fa acqua da tutte le parti. Comprendo le preoccupazioni dei sindaci del Vibonese, e su questo penso sia necessario fare fronte comune chiedendo insieme che sia rispettato il diritto alla salute per tutti i cittadini calabresi. Il Commissario Longo e la Regione Calabria intervengano per mettere ordine in questo caos assurdo che si è generato». «I cittadini calabresi – ha concluso – non possono pagare sulla loro pelle le inefficienze di un sistema che continua quotidianamente a dimostrare limiti davvero inaccettabili. Bisogna cambiare registro, da subito. I sindaci della Città Metropolitana di Reggio Calabria sono a disposizione, ma sul piano vaccinale serve una regia unica, che eviti il verificarsi di queste situazioni».
x
x