CORIGLIANO ROSSANO Il quadro “clinico” della città di Corigliano Rossano, da oggi in zona arancione rinforzata, non è dei migliori. Vaccini col contagocce e – raccontano i ben informati – con aventi diritto di Serie A, B e C e il laboratorio tamponi fermo da questa mattina e fino a «nuova comunicazione» per problemi indefinitamente tecnici rendono l’atmosfera ancora più pesante.
Da oggi, quindi, niente tamponi per un guasto ai macchinari. Un problema enorme nel tracciamento dei casi positivi in una città già gravata dalla recrudescenza del virus e da provvedimenti restrittivi a metà che non convincono nessuno, basando questo assunto sull’esperienza vissuta in zona rossa nel periodo natalizio (gente comunque in giro, assembramenti e diverse attività indifferenti ai provvedimenti). In tutto questo, qualora i tamponi dovessero esportati altrove come accadeva nei mesi scorsi, in altri laboratori, si tornerebbe ad avere i risultati diversi giorni dopo, se non settimane, dal test. Sarebbe uno scenario nefasto che impedirebbe di capire come si sta evolvendo la pandemia in una città già compromessa.
A questa base c’è da aggiungere il problema vaccini. Inoculazioni alla popolazione col contagocce, con la macchina organizzativa tutt’altro che rodata, con le barriere architettoniche a frenare gli entusiasmi degli anziani, come nel caso della sale dell’ex delegazione comunale adibito come centro vaccini a Rossano, alla quale si accede dopo una rampa di scale.
È evidente agli osservatori della cosa pubblica che c’è qualcosa che non va, soprattutto dal racconto di Natale Magliarella, sessantenne che rientra fra le categorie fragili, quindi avente diritto al vaccino. Magliarella è uno dei tanti cittadini di Corigliano Rossano che non riesce a trovare risposte alle sue domande ed ai suoi diritti.
«Ho quasi sessant’anni e a causa delle mie patologie, un paio di ischemie pregresse, mezza dozzina di stent coronarici impiantati e altri acciacchi correlati, rientro di diritto nelle categorie fragili e di conseguenza dovrei essere vaccinato con priorità. Dopo essere stato dal mio medico curante – racconta – che per l’ennesima volta mi dice di non avere ricevuta alcuna direttiva in merito (ma non dovevano essere proprio i medici curanti i “catalizzatori” come dichiarato dal commissario alla sanità Longo?), con molta pazienza, mi sono recato da un dirigente dell’Asp di Corigliano per chiedere lumi».
«Ahimè nemmeno il pur cortese responsabile delle vaccinazioni – prosegue nel suo racconto, Natale Magliarella – al di là di generiche e vaghe giustificazioni, riesce a fornirmi alcuna risposta. Ora, considerato che questa nuova ondata sembra essere molto più contagiosa e consapevole che un probabile contagio per me è per altri nelle mie condizioni potrebbe essere letale – è la considerazione – e considerato inoltre che in altre regioni le persone fragili sono già state vaccinate, vorrei sapere a chi mi devo rivolgere per avere una doverosa risposta, senza dover mio malgrado perdere la pazienza e compiere qualche azione poco ortodossa».
Fin qui il racconto di un cittadino urticato da una situazione inverosimile: curva pandemica in crescita, posti letto saturi negli ospedali, patologie che rendono il vaccino un diritto e risposte vacue se non nulle. Se a ciò si aggiungono quelle voci – sempre più insistenti e sempre più ampie – secondo cui a pazienti aventi diritto ma “illustri” il vaccino viene comunque inoculato senza grossi problemi, il quadro drammatico del servizio sanitario del territorio è davvero completo considerando i 43 nuovi casi registrati in città ma riferibili ai giorni scorsi proprio a causa del guasto alla strumentazione che processa i tamponi. (l.latella@corrierecal.it)
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