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La protesta

I comitati civici che occupano l’ospedale di Cariati: «Longo cosa aspetta a dimettersi?»

Da oltre 100 giorni occupano il “Cosentino” ed oggi hanno incontrato alla cittadella il commissario alla sanità

Pubblicato il: 11/03/2021 – 18:50
I comitati civici che occupano l’ospedale di Cariati: «Longo cosa aspetta a dimettersi?»

CARIATI «La Calabria è passata dalla padella alla brace». Così si esprimono i Comitati civici in presidio che da oltre cento giorni occupano l’ospedale di Cariati “Vittorio Cosentino” dopo l’incontro con il commissario ad acta, Guido Longo, alla cittadella regionale, al quale era presente anche il commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina.
I rappresentanti dei comitati sono molto critici, arrabbiati ma soprattutto avviliti a causa dell’esito del summit catanzarese.
«Ieri, a Roma, è giunta la bocciatura del piano anti-Covid redatto Longo. Oggi, alla Cittadella, ci siamo ritrovati in un clima tutt’altro che sereno. La tensione si è avvertita da subito – spiegano i comitati – con l’atteggiamento del commissario Longo, di fronte ai pessimi risultati della campagna vaccinale ad oggi fallimentare. E così il commissario non ha trovato di meglio che negare le evidenze e inalberarsi senza nessun motivo».
«Abbiamo detto a Longo che quelli che dovrebbero essere nervosi sono i cittadini calabresi, disperati da dieci anni di diritti alla salute scippati ed ora costretti a subire la pandemia senza garanzie costituzionali, come quelle citate dall’Art. 32».
«Sugli ospedali chiusi, sulla questione del Vittorio Cosentino, sull’assenza dei posti letto e del pronto soccorso – riferiscono ancora – il commissario ha dimostrato di essere impreparato rispetto ai dati, soprattutto quelli riferiti al bacino di utenza di riferimento. Quando abbiamo esposto, ad esempio, che il Punto di primo intervento di Cariati vanta dei numeri di accesso per cui già per legge dovrebbe essere convertito in pronto soccorso, o quando abbiamo riferito, quale sia la reale utenza, il commissario ha risposto che per decreto, l’ospedale di Cariati è destinata a diventare Casa della salute».
Ed anche quando i referenti del comitato hanno fatto notare a Longo «che il territorio di Cariati sia disagiato, come confermato dal commissario dell’Asp di Cosenza La Regina, il commissario ha asserito che farà di tutto per implementare, “nel caso”, altri servizi». I rappresentanti dei comitati civici cariatesi, ancora, hanno fatto presente che i criteri per la riapertura del “Cosentino” ci sono tutti, e come sia necessaria «una sua valutazione della struttura e del territorio sul quale gravita, che ancora non conosce. Ha risposto rimpallando al governo la questione, colpevole a suo dire di non aver inviato i sub commissari».
Le considerazioni dei comitati sono amare ed arrivano a chiedere le dimissioni di Longo, che «non sa dove siano Cariati, Crosia, Pietrapaola, Calopezzati, Mandatoriccio, Scala Coeli, Campana, Bocchigliero, Longobucco, Torretta di Crucoli, Cirò Marina, Cirò Superiore, Torre Melissa, Strongoli, che non conosce il Basso Jonio Cosentino, l’Alto Crotonese e la Sila Greca e che finora ha solo copincollato le decisioni di Scopelliti di 10 anni fa, definite a posteriori fallimentari persino da chi le ha promosse ai tempi ed anche dallo Longo questa mattina».
Insomma, «nonostante il commissario ad acta abbia il potere di cancellare la dicitura “Casa della Salute” e di attivare un Pronto soccorso e i posti letto inserendo Cariati nella rete per acuti, siamo rimasti sbalorditi dalla sua risposta, secondo cui “se ancora non mi hanno dato i due subcommissari io non posso muovermi. Apriamo la Casa della salute, male che va incrementiamo il servizio”. Perché dotare la struttura di un pronto soccorso e non morire sulla statale 106 secondo il commissario Longo, è un incremento di servizio, “mal che vada”».
Poi l’affondo. «È chiaro che Longo non sia la persona adatta a ricoprire quel ruolo come è chiaro che il Governo Draghi e il Ministro Speranza debbano assumersi le loro responsabilità e finirla. La Calabria non può morire così. Noi non ci fermeremo e ci impegneremo per una mobilitazione regionale. Il presidio continua. Se Longo non è in condizione di agire – concludono – cosa aspetta a dimettersi?» (lu.la.)

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