CATANZARO Per la clinica “Sant’Anna Hospital” di Catanzaro arriva la svolta tanto attesa. Oggi, infatti, il commissario della sanità calabrese, Guido Longo, con la firma sul DCA n.43, ha accreditato la struttura. Nel provvedimento, inoltre, è previsto che l’Asp di Catanzaro debba effettuare «ulteriori, necessarie verifiche per fare emergere eventuali situazioni di non rispondenza ai requisiti stabili» nonché di valutare «eventuali, ulteriori sviluppi dell’inchiesta giudiziaria “Cuore matto”, da cui emergerebbe una gravissima truffa ai danni dell’Asp di Catanzaro».
Nel decreto del commissario ad acta si precisa, inoltre, che «l’accreditamento non determina automaticamente il diritto del privato ad accedere alla fase contrattuale e può essere soggetto a revisione in relazione al mutarsi delle condizioni che ne hanno originato l’adozione, fatti salvi i casi previsti dalla normativa vigente che integrano le ipotesi di sospensione, decadenza e/o revoca, e dunque, il presente provvedimento non comporta l’obbligo per le aziende e gli enti del servizio sanitario di procedere alla stipula degli accordi contrattuali».Si precisa anche che «l’Azienda sanitaria competente, prima della sottoscrizione di tali accordi, è tenuta ad accertare la compatibilità con il fabbisogno predeterminato dalla programmazione regionale nonché con gli specifici fondi aziendali».
In particolare sono stati autorizzati e accreditati: 20 posti letto in Cardiochirurgia; 25 in Cardiologia ed Emodinamica; 4 per Utic; 10 in Terapia intensiva; 20 per Chirurgia vascolare; 6 posti letto più uno di day hospital per Riabilitazione.
«Sono stati – afferma il presidente della Regione Nino Spirlì – mesi particolarmente duri dal punto di vista istituzionale e umano, ma le giuste aspettative del personale medico e sanitario e dei pazienti del Sant’Anna mi hanno spinto a essere così incisivo per la risoluzione di una vertenza molto delicata e importante».«Finalmente – aggiunge il presidente –, riconsegniamo alla sanità calabrese un polo d’eccellenza che si affianca ad altri omologhi già presenti nella sanità pubblica calabrese. L’auspicio è che tutti insieme collaborino al fine di garantire sempre di più il diritto dei calabresi di farsi curare nella propria terra. Mi auguro che per futuro non debbano mai più verificarsi situazioni come quella che, in questi lunghi mesi, ha interessato il Sant’Anna». «Finalmente ce l’abbiamo fatta», il commento finale del commissario Longo.
«Il via libera all’accreditamento del ‘Sant’Anna Hospital’ è un’ottima notizia per i cittadini calabresi. Dopo mesi duri, difficili, e una battaglia che ha visto in prima linea i lavoratori della struttura e il sostegno dell’intera comunità regionale, finalmente è arrivato il decreto tanto atteso». Lo dichiara il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Calabria, Nicola Irto, che prosegue: «La nostra regione non poteva perdere questa realtà di eccellenza del settore della cardiochirurgia, nella quale la dedizione e la professionalità degli operatori hanno consentito di salvare tantissime vite umane e di evitare di accrescere ulteriormente i flussi di migrazione sanitaria verso le altre regioni». «Il ‘Sant’Anna’ – dice ancora l’esponente del Partito Democratico – così come altre strutture presenti su tutto il territorio regionale e che meritano attenzione e tutela, è una di quelle realtà da cui ripartire per ricostruire le reti sanitarie regionali all’insegna di una virtuosa integrazione dell’offerta assicurata da pubblico e privato accreditato di qualità».
«Apprezzo la fermezza e rapidità con cui il commissario Guido Longo ha risolto il problema del Sant’Anna Hospital, decretando il rinnovo dell’accreditamento dell’Utic della clinica catanzarese e così consentendo la prosecuzione delle attività sanitarie dell’intera struttura». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Paolo Parentela, che commenta: «Lo stesso commissario alla Sanità calabrese ha dimostrato indubbia capacità di porre valido rimedio alle lungaggini e complicazioni burocratiche che si erano registrate, mettendo un punto sulla questione specifica, che rischiava di compromettere il futuro dei pazienti e dei lavoratori del Sant’Anna». «Con i colleghi deputati Dalila Nesci, oggi sottosegretaria per il Sud, e Massimo Misiti – ricorda il parlamentare del Movimento 5 Stelle – avevamo seguito il caso molto da vicino. Proprio ieri, avevo chiesto con chiarezza che al Sant’Anna Hospital fosse riconosciuto il diritto all’accreditamento, sulla base del parere favorevole dell’Ota a seguito di recente verifica dei requisiti prescritti. Sull’argomento avevo anche affermato che gli aspetti amministrativi e penali non erano da confondere né mettere assieme». «Adesso il sostituto presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, dovrà potenziare alla svelta – conclude Parentela – il settore regionale Accreditamenti e Autorizzazioni, in modo che le pratiche giacenti vengano definite in tempi rapidi, tali da evitare azioni legali da parte di privati. Soprattutto, Spirlì dovrà imporsi sul dirigente generale Francesco Bevere, che anche sulla vicenda del Sant’Anna Hospital poteva avere un atteggiamento diverso e risolutivo».
«Grande soddisfazione per l’esito tanto atteso non solo dai dipendenti e dai pazienti del Sant’Anna Hospital ma da tutta la comunità calabrese le cui prospettive di cura hanno rischiato di essere drammaticamente compromesse. Il commissario Longo ha sancito il lieto fine di questo ‘giallo’ a sfondo burocratico-sanitario che ha tenuto in sospeso per mesi 300 professionalità e sbalordito l’opinione pubblica per l’azzardo ai danni di un pezzo di ottima sanità. L’accreditamento – afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro – adesso permetterà al Sant’Anna di tornare a salvare vite». Aggiunge: «Non sarà facile buttarsi alle spalle mesi di blackout che hanno visto, da un lato, chi si è adoperato per salvare la clinica e dall’altro chi, disseminando ostacoli e assumendo atteggiamenti politically incorrect, ha improvvidamente agito per demolire una struttura cardiologica d’eccellenza». Ancora Pitaro: «Il merito per il successo ottenuto va al personale della clinica, ai 7mila pazienti del Sant’Anna che hanno firmato la petizione in sua difesa e a coloro che non hanno ascoltato le sirene dell’inconcludenza amministrativa, ma hanno badato all’interesse della Calabria». Conclude il consigliere regionale: «La lezione che viene dalla vicenda del Sant’Anna è che, specie nella sanità, alla burocrazia è richiesto un salto di qualità. Non basta studiare leggi e norme da rispettare, ma bisogna saper produrre, nel rispetto della legalità, valore e innovazione. Assumendosi la responsabilità di tutelare la sanità che funziona e, al contempo, di tagliare disservizi, negligenze e rami secchi che – nel pubblico e nel privato – drenano risorse, scartano il merito e la competenza e non generano utilità per la collettività».
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