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Sant’Anna, «l’Asp tira in ballo l’inchiesta per non decidere»

Il cda della struttura sanitaria: «Vogliono portarci alla chiusura. Ma le responsabilità sono chiare»

Pubblicato il: 11/03/2021 – 13:07
Sant’Anna, «l’Asp tira in ballo l’inchiesta per non decidere»

CATANZARO «L’atto adottato dalla “Triade” commissariale dell’Asp di Catanzaro il 9 marzo (delibera numero 301) sul Sant’Anna Hospital è il triste ed irresponsabile epilogo di una vicenda “senza fine”, giocata a rimpiattino tra Azienda sanitaria, dipartimento Salute Regione Calabria e Commissario per il piano di rientro all’unico vero scopo di far scomparire dallo scenario sanitario calabrese la Struttura di eccellenza». Il cda della struttura sanitaria (Soccorso Capomolla, Daniele Maselli, Giovanni Parisi, Francesco Perticone) teme che gli ultimi atti avvicinino la chiusura dell’istituto. 

Infatti, spiega una nota, «ad accertamenti tecnici definiti in ogni sede dagli organi competenti che hanno certificato il pieno possesso dei requisiti per il rinnovo dell’accreditamento e la piena efficienza dei servizi, si è ora risposto tirando nuovamente in ballo l’inchiesta giudiziaria “Cuore matto” che – salve le eventuali responsabilità personali di chi a suo tempo ha agito e che saranno accertate dalla Magistratura inquirente e giudicante – nulla c’entra con i requisiti della struttura, con la stipula del contratto e con il pagamento del dovuto anche di oneri liquidati, per altre vicende, dai giudici e divenuti inoppugnabili».

Il cda sottolinea che «è il triste ed irresponsabile epilogo che rischia seriamente, ormai, di portare il centro d’eccellenza alla chiusura con conseguenze gravissime sul piano occupazionale e sociale, allontanando anche i calabresi dalla propria terra per trovare assistenza in altre parti d’Italia e recando un danno gravissimo alla società».

Infine un’amara constazione: «L’impressione netta che si coglie dall’ultimo atto dell’Asp è che si sia voluto “differire l’indifferibile” forse in attesa di passare la mano ad altri per l’atto conclusivo. Ma il tempo è scaduto ed ognuno, anche personalmente, sarà chiamato in ogni sede a rispondere delle pesanti responsabilità assunte per le gravi omissioni ammantate, più che da giustificabile prudenza, dalla consapevole scelta di non decidere. Le gestioni, anche straordinarie finiscono, ma le responsabilità rimangono e di queste si chiederà conto sempre e comunque».

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