CATANZARO «Psicologi delle Aziende sanitarie provinciali a tempo indeterminato ma senza contratto di lavoro dal 2008. Accade in Calabria dove queste figure con esperienza e competenza mantengono attivi importanti servizi psicologici del servizio sanitario regionale». È quanto segnalo Fiorella Migliarese, Giovanna Molinaro e Carlo Sestito a nome dei colleghi nelle loro stesse condizioni.
«Cosa accadrebbe – si chiedono i tre psicologi Asp – se alcuni dipendenti lavorassero realmente in un’azienda senza un contratto di lavoro? Se ciò avvenisse in un’azienda privata si parlerebbe di lavoro “irregolare” e “sommerso”, di mancato rispetto di normative comunitarie-nazionali-regionali, magari anche di mobbing; si attiverebbero i sindacati, seguiti da accertamenti di vari organi, intervento di Procure, eventuali sanzioni per i datori di lavoro e così via. È però, questo il caso dei circa 80 psicologi a tempo indeterminato sottoposti nel 2008 ad un trasferimento intercompartimentale obbligatorio in piano di riordino/riduzione del personale dalla Regione. Da tutti questi anni alcune Asp calabresi, pur essendo a tutti gli effetti datori di lavoro, non hanno ancora applicato il CCNL della Sanità specifico per personale sanitario laureato-non medico (psicologo, farmacista, biologo, chimico), né alcun tipo di contratto (nessun contratto è riportato nella busta paga né è stato mai firmato)».
«Una situazione assurda – è detto ancora – che vede psicologi dipendenti dall’Asp con rapporto di lavoro a tempo pieno ed a tempo indeterminato senza le garanzie di un contratto. Psicologi che da anni svolgono, con serietà ed esperienza, tutti i compiti richiesti ma che, purtroppo, non possono accampare alcun diritto. Eppure, sono proprio questi 80 psicologi, quasi tutte donne, che contribuiscono ai Lea e mantengono ogni giorno attivi importanti servizi psicologici del Ssr, rivolti spesso a soggetti fragili, quali neuropsichiatria infantile, neuropsicologia, psichiatria, oncologia, Cim».
x
x