CASTROVILLARI Richiesta di non luogo a procedere per due indagati e di estromissione per i comuni di Civita e San Lorenzo Bellizzi, coinvolti nella tragedia verificatasi nelle gole del torrente Raganello il 20 agosto 2018. Sono queste le risultanze della penultima udienza della fase preliminare a carico dei 14 indagati nell’inchiesta scaturita dagli eventi, per i quali il pm titolare dell’inchiesta, Giovanni Tedeschi, lo scorso 26 febbraio ha richiesto il rinvio a giudizio. La notizia di giornata è, però, la non costituzione del Comune di Cerchiara di Calabria.
Davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Castrovillari, Biagio Politano, questa mattina si sono costituiti quali responsabili civili i comuni di Civita e San Lorenzo Bellizzi con gli avvocati Aldo Zagarese del foro di Castrovillari e David Zanfornin del foro di Ferrara. I due legali hanno discusso le posizioni degli enti locali, insistendo preliminarmente sulle estromissioni dal giudizio penale, per poi depositare anche memorie difensive. Zanfornin ha ribadito la necessità di nominare un consulente tecnico d’ufficio per verificare come e quanto fosse stato straordinario l’evento atmosferico alla base della tragedia.
A seguire sono intervenuti gli avvocati Giancarlo Chiaradia quale difensore del sindaco di Francavilla Marittima, Franco Bettarini e Luca Franzese a difesa di Giuseppe Cesarini, uno degli imprenditori finiti sotto inchiesta per avere esercitato le funzioni d’impresa senza l’ausilio di guide alpine. Per entrambi gli imputati gli avvocati hanno chiesto il proscioglimento dei loro assistiti, puntando sull’eccezionalità dell’evento atmosferico.
Il gup ha, quindi, rinviato all’udienza già programmata per il prossimo 19 marzo la discussione per gli altri imputati.
La tragedia si è consumata nelle gole del Raganello in una giornata estiva particolarmente piovosa di tre estati fa. Il torrente, attrazione imperdibile per gli amanti del canyoning, in alcuni tratti è particolarmente stretto, mentre in altre più a valle è anche balneabile. Risalendo il torrente verso la fonte, ci si incunea fra le gole alte anche centinaia di metri, dove l’acqua diventa sempre più gelida. E proprio una bomba d’acqua scoppiata a monte e incuneatasi velocemente nel canyon ha travolto ed ucciso dieci escursionisti, ferendone altri undici.
A seguito delle indagini vennero accertate alcune violazioni alle direttive del sistema di allerta meteo regionale e della protezione civile, mentre i comuni di San Lorenzo Bellizzi, Civita, Cerchiara di Calabria e Francavilla Marittima risultarono di non essere dotati di piani comunale di protezione civile aggiornati alle direttive regionali. Per l’accusa fu ignorata anche l’allerta gialla e finirono sotto accusa i sindaci di Civita, San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria, Alessandro Tocci, Antonio Cersosimo e Antonio Carlomagno.
Lo scorso 26 febbraio il pm Giovanni Tedeschi ha richiesto il rinvio a giudizio per i 14 imputati, accusati a vario titolo di omicidio colposo, inondazione, lesioni colpose, omissione in atti d’ufficio ed esercizio abusivo della professione. Oltre ai sindaci sono stati citati a giudizio Giuseppe Cesarini, Vincenzo Cerchiara, Paolo Damiano Franzese, Francesco Nicoletti e Luigi Sauve per aver esercitato l’attività di impresa senza le guide alpine.
Perché accusati di esercizio abusivo della professione e di guide alpine risultano imputati Luca D’Alba, Roberto De Marco, Antonio Luca De Salvo. I tre hanno chiesto il rito abbreviato poiché si ritengono innocenti rispetto alle responsabilità per strage. (l.latella@corrierecal.it)
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