Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

LA STANZA DEI LIBRI

«Il Sistema secondo Luca»

di Mimmo Nunnari

Pubblicato il: 13/03/2021 – 16:51
di Mimmo Nunnari
«Il Sistema secondo Luca»

Qualcuno l’ha definito inquietante e Antonio D’Orrico su “La Lettura” ha scritto che “fa paura”. E’ un libro . Ma qual è questo libro che suscita così preoccupate reazioni? Il titolo è “Il Sistema”, sottotitolo “Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana” (Mondadori, pagine, 286, euro 19) ed è stato scritto a quattro mani, da Alessandro Sallusti (direttore de Il Giornale) e Luca Palamara (magistrato, forse ex). E’ una spy story ma ha poco della fiction, non è frutto di fantasia o invenzione letteraria, bensì storia vera, che racconta quanto di nebuloso (eufemismo) c’è nella magistratura italiana retta da un “Sistema” di potere tale e quale ad altri poteri, pubblici e privati, responsabili del declino etico e culturale del Belpaese che fu di Dante, Raffaello, Michelangelo, Leonardo (l’elenco è lunghissimo) e che da un po’ di tempo a questa parte si fonda invece su “tribù” che sguazzano nelle paludi dei poteri e si esibiscono in talk show, festival e salotti-circhi.

La sensazione, dopo la lettura del Sistema, frutto dell’intervista di un giornalista e di un magistrato allontanato dalla magistratura, finito dalle stelle alle stalle, con l’accusa di aver lavorato illecitamente per orientare incarichi e nomine nel “sistema giudiziario”, è che da ora in poi, per il cittadino comune, suonerà banale o falsa l’espressione “ho fiducia nella magistratura”. E in più questa perdita di fiducia sarà accompagnata dalla sensazione di amarezza, forse di dolore, nel pensare alla stragrande maggioranza di magistrati italiani seri, competenti, onesti, rispettosi delle leggi e della loro alta missione, che sono vittime, anche loro, del Sistema. Un Sistema che Palamara conosce bene e che nel racconto-confessione a Sallusti mette a nudo, svelando camarille, traffici d’influenza, inchieste basate su empatie e simpatie, che nascono e magari muoiono nel nulla, ma stroncano carriere, orientano la politica, affogano imprese sane, creano sistemi di potere. Il “sistema” spifferato da Palamara riguarda soprattutto l’organismo costituzionale dei giudici, quel Consiglio Superiore della Magistratura che dovrebbe garantire l’amministrazione della giustizia, tutelando il cittadino, e prima di tutto i giudici. Da qui l’inquietudine che assale il lettore che ha un’idea sacrale del magistrato e delle sue funzioni. Il Sistema fa rumore perché, come dice Palamara, è il “potere dei poteri”, che non può essere scalfito, e chi ci prova viene (ab)battuto a colpi di sentenze, o da un cecchino che magari fa uscire notizie o intercettazioni a orologeria. Le vittime possono essere politici, manager, uomini pubblici ma anche magistrati. L’ultima vittima è proprio Palamara, che precipita dal vertice della cupola (da intendersi come tetto, per carità) a pian terreno, schiantandosi. Vittima che, però, non è un innocente nel giorno della prima comunione, o prima confessione. Lui, al vertice dell’Associazione Nazionale Magistrati, ha sovrainteso e coordinato tutta la pratica lottizzatoria che fa capo alle correnti interne della magistratura: Unicost, Autonomia e Indipendenza e Magistratura Indipendente. Quando ha cercato di limitare il potere della più forte, la “sinistra giudiziaria”, come si definisce MI, ci ha rimesso le penne. Ed ora col libro parla, “vuota il sacco”, e spiega che il Sistema si regge su un teorema o un algoritmo: “io do una cosa a te e tu dai una cosa a me”. E quando bisogna mettere i panni in piazza ecco la regola del “tre”: “una Procura indaga, un giornale amico pubblica, un partito politico gode”. In questo Sistema di vittime e carnefici non manca nessuno: ci sono nomi e cognomi, noti e meno noti, politici e magistrati protagonisti delle cronache giudiziarie degli ultimi vent’anni. Palamara prova,infine, a giustificare il pentimento: “Io non voglio portarmi segreti nella tomba lo devo ai tanti magistrati che con queste storie nulla c’entrano”. Dunque muoia Sansone con tutti i Filistei. A meno che il “Sistema”, che sembra un’entità immateriale, incorporea, quindi intoccabile, non regga ancora, o come l’Araba fenice non risorga dalle sue stesse ceneri che, per la verità, per ora non ci sono, perché il fuoco è un fuoco di paglia. Non si può però cadere dal pero lèggendo questo libro. Denunce in passato ce ne sono state, tante, anche da parte di magistrati integerrimi, che non hanno “maneggiato” incarichi, ma erano solo delusi. Ne ricordiamo uno, Piero Tony, già sostituto procuratore generale di Firenze che anni fa scelse di andare in pensione, con due anni di anticipo, per essere libero di protestare contro un fenomeno tutto italiano, quello dei magistrati che spesso hanno trasformato gli strumenti di indagine in armi puntate contro i cittadini, usandole poi per combattere battaglie politiche. Il suo racconto sconcertante finì in un libro al titolo emblematico: “Io non posso tacere” (Einaudi) nel quale scrisse: «Sarebbe bello, sarebbe un sogno dire che è solo un problema di riforme, di risorse, di scelte del governo, di leggi fatte e di leggi non fatte. C’è anche quello, sì, ma il problema è nostro, prima di tutto, e fino a quando non capiremo che c’è tanto che non va, e che quel tanto riguarda non solo l’esterno, bensì anche l’interno della magistratura, la sua anima e la sua cultura, rimarremo inerti ad assistere a un grave e progressivo deterioramento di credibilità e autorevolezza, due condizioni necessarie per l’accettazione di qualsiasi giudizio. E allora no, francamente non posso tacere». Ma allora, quando Tony denunciò, il Sistema non fece una grinza.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x