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Intimidazione contro i carabinieri a Cetraro, le reazioni

Le reazioni del mondo della politica calabrese e dell’associazionismo al grave episodio avvenuto ieri

Pubblicato il: 14/03/2021 – 7:50
Intimidazione contro i carabinieri a Cetraro, le reazioni

CETRARO «Esprimo tutto il mio sdegno per il grave atto intimidatorio verificatosi poco fa a Cetraro nei confronti del maresciallo dei carabinieri Orlando D’Ambrosio. È semplicemente ignobile che vili ignoti abbiano sparato contro la sua auto in sosta neo pressi della caserma. La mia totale solidarietà e vicinanza al militare all’Arma dei Carabinieri. L’intimidazione non deve restare impunita. Confido che gli organi inquirenti possano assicurare al più presto alla giustizia i responsabili». Questa la dichiarazione del capogruppo PD Mimmo Bevacqua, che aggiunge: «L’Arma è parte integrante del nostro tessuto democratico, della sicurezza dei nostri territori e della vita delle nostre comunità. Non c’è e non ci può essere spazio per chi l’aggredisce».

Il presidente della commissione regionale anti ‘Ndrangheta Antonio De Caprio: «L’atto intimidatorio perpetrato, a Cetraro, ai danni del maresciallo dei carabinieri, D’Ambrosio,  è di una gravità inaudita. Ho appena sentito il sindaco Cennamo, al quale ho espresso la vicinanza totale della Regione Calabria e la condanna al vile gesto. Sono al fianco dell’arma dei carabinieri e della magistratura inquirente che, sono sicuro, faranno luce al più presto su quanto accaduto».
Il senatore Ernesto Magorno: «La Calabria che vale è con le persone che operano per la legalità. Tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno al maresciallo Orlando D’ambrosio e all’arma dei carabinieri».

«C’era da aspettarselo! Soprattutto – scrivono dal Presidio territoriale Libera
“Lucio Ferrami”
– dopo gli ultimi arresti avvenuti nei giorni scorsi a Cetraro, che una qualche reazione ci sarebbe stata. Certo, nessuno poteva immaginare che fosse così immediata e grave: almeno cinque colpi di pistola indirizzati alla macchina del maresciallo neo comandante della stazione dei CC di Cetraro. Un episodio che ci riporta indietro a circa tre lustri orsono, quando veniva presa nuovamente di mira un’auto dei CC di Cetraro a colpi di AK47. Ora assisteremo alle solite scolorite dichiarazioni di solidarietà dalle quali non emerge mai la parola ‘ndrangheta, che per alcuni è tabù, a tal punto che non può essere pronunciata, semplicemente perché a Cetraro non esiste. Un attacco di una gravità assoluta soprattutto perché rivolta verso le Forze dell’Ordine che da diversi anni stanno svolgendo un lavoro costante e continuo, per fronteggiare il fenomeno dello spaccio di droga. Per di più alle 19,30, con i negozi aperti e gente per strada. Un attentato alle istituzioni, quindi allo Stato democratico, perpetrato da chi preferisce la violenza, l’illegalità, il sopruso. Come Presidio Libera stiamo a fianco delle Forze dell’Ordine ed auspichiamo che questo attentato scuota le coscienze, a volte “distratte” delle realtà associative, culturali, politiche e religiose. Abbiamo bisogno di metterci la faccia, anche attraverso i social troppo spesso utilizzati solo per stare alla finestra per vedere cosa accade. Desolante l’assenza di tutte le realtà citate alla consegna dell’Hotel La Perla. Non si risolve il problema della Locale di ‘ndrangheta presente sul nostro territorio, facendo finta che non esista o peggio ancora ridimensionando gli eventi criminali “ai soliti quattro delinquenti”. Occorre un sussulto di coscienza, che porti ciascun libero ed onesto cittadino e l’intera società civile a prendere le distanze con atti concreti. Per questo invitiamo a prendere parte al sit-in di solidarietà nei confronti dell’ Arma dei Carabinieri domani domenica 14 marzo ore 12,00 presso la Piazza della Solidarietà Veneto Trentina».

«Vigliacchi che si avvalgono della forza di intimidazione per imporre il controllo. E negli ultimi mesi a Cetraro l’escalation di atti intimidatori ha messo in allarme istituzioni e cittadini. Il lavoro incessante delle forze dell’ordine, le attività investigative hanno accertato che, soprattutto dopo l’operazione Frontiera, gli esponenti della cosca Muto hanno proceduto a rideterminare un nuovo assetto organizzativo in grado di dominare il territorio del tirreno cosentino». Questo, invece, il messaggio di Franco Iacucci, Presidente della Provincia di Cosenza. «Ieri la criminalità organizzata ha deciso di alzare il tiro e lo ha fatto sparando una raffica di colpi d’arma da fuoco contro l’auto del maresciallo dei carabinieri di Cetraro, Orlando D’Ambrosio, parcheggiata proprio sotto la caserma. Esprimo la mia solidarietà al maresciallo D’Ambrosio e a tutta l’Arma, sono vicino alla comunità di Cetraro, al sindaco Ermanno Cennamo e a tutta l’amministrazione comunale che già questa mattina ha convocato la Conferenza straordinaria e urgente dei capigruppo consiliari sull’ordine pubblico e la sicurezza. Un gesto di una gravità inaudita e sono certo che la magistratura farà luce al più presto su quanto accaduto». «L’inchiesta Katarion della Dda di Catanzaro, nei giorni scorsi, – prosegue Iacucci – ha inferto un duro colpo al clan Muto confermando l’operatività dell’organizzazione criminale nell’attività di approvvigionamento e commercializzazione della droga. Il grave episodio di ieri dimostra la debolezza della criminalità e il fatto che lo Stato è più che mai presente». «Con la forza, l’intimidazione vogliono assumere il controllo, imporre un clima di omertà sul territorio. Ma i cittadini – conclude – non si sono voltati dall’altra parte, la città non vuole tornare indietro nel tempo, unanime è la condanna contro il vile atto subito dal maresciallo D’Ambrosio».

«Il gravissimo atto intimidatorio perpetrato ai danni del Comandante della Stazione dei Carabinieri di Cetraro D’Ambrosio, per le modalità e il contesto in cui si è verificato, non può non destare allarme a tutti i livelli istituzionali». Ad affermarlo è la parlamentare del Pd, Enza Bruno Bossio, che aggiunge: «L’Arma dei Carabinieri è, infatti, su questo come su altri territori, impegnata in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata e rappresenta un sicuro baluardo di legalità contro la prepotenza mafiosa. Bene ha fatto la giovane amministrazione di Cetraro, guidata da sindaco Ermanno Cennamo, ad attivare i necessari canali istituzionali per dare immediatamente una risposta alle organizzazioni mafiose che, nonostante le numerose operazioni condotte – in ultimo l’inchiesta Katarion contro il clan Muto – non sembrano ancora sconfitte e messe in condizioni di non nuocere». «Per quanto mi riguarda – ha proseguito la deputata dem – mi sono messa immediatamente a disposizione ponendo all’attenzione del Governo nei ministeri interessati, la situazione presente nel territorio di Cetraro e dell’intero Tirreno cosentino. Al comandante D’Ambrosio e a tutti i militari impegnati a Cetraro la mia solidarietà e vicinanza e l’impegno che non saranno lasciati soli in questa difficile battaglia».

«L’intimidazione ai danni del maresciallo di Cetraro, Orlando D’Ambrosio, è un fatto inquietante che impone una reazione immediata da parte delle istituzioni democratiche». Lo afferma il coordinatore regionale di Forza Italia Calabria e componente della commissione parlamentare Antimafia, Giuseppe Mangialavori. «I cinque colpi di pistola contro l’auto privata del maresciallo D’Ambrosio – aggiunge Mangialavori – non sono solo una inaccettabile minaccia a un militare dell’Arma, ma potrebbero rappresentare anche il tentativo, da parte della criminalità organizzata, di alzare ulteriormente il livello dello scontro, quasi a voler ingaggiare una lotta contro lo Stato». «Bisogna, dunque – conclude -, fare luce al più presto su questo atto vile e, al tempo stesso, analizzare a fondo il contesto generale, in modo da prevenire possibili nuovi attacchi mafiosi contro uomini e simboli dello Stato».

«Un fatto grave, che riporta la città di Cetraro indietro di 15 anni. L’intimidazione al maresciallo dell’Arma Orlando d’Ambrosio è l’indicatore di una situazione allarmante che non può e non deve passare inosservata». Così Nicola Irto, candidato alla Presidenza della Regione, commenta l’atto intimidatorio avvenuto poche ore fa nel centro del tirreno cosentino. «Si tratta – continua Nicola Irto – di un atto di violenza che ferisce la coscienza democratica della cittadina di Cetraro, dei calabresi e di tutti coloro che credono nei valori e nei principi della legalità, della convivenza civile e della verità. La risposta delle istituzioni, a tutti i livelli, deve essere forte e chiara, specie in questa area già tristemente nota per le sue infiltrazioni mafiose dove deve sentirsi di più la presenza dello Stato».
E conclude: «Ritengo, da questo punto di vista, che l’apertura della nuova caserma dei carabinieri bloccata per ritardi amministrativi, che eleverà Cetraro a tenenza, non sia più rinviabile. Voglio testimoniare tutta la mia vicinanza e considerazione all’Arma dei Carabinieri ed a tutti i cittadini di Cetraro, che porto nel cuore. La criminalità organizzata prolifera dove attecchisce la paura. Noi non abbiamo paura».

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