COSENZA «L’ultima cosa che la sanità di Calabria può concedersi di questi tempi, tempi pandemici per tutti, è veder crescere il gran sospetto che per qualcuno, magari i soliti noti, le porte dell’acceditamento delle strutture sanitarie si aprono come d’incanto mentre per qualcun altro, magari i soliti noti anche qui, non si aprono mai invece. Occorre far luce, ora e con forza, su quanto sta accadendo all’interno del sistema di accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie calabresi. Nutriamo il vago sospetto che si stia procedendo senza rispettare l’ordine cronologico di presentazione delle richieste». Così, in una nota, il segretario terrotoriale dell’Ugl per la provincia di Cosenza Guglielmo Nucci. Che riprende, e rilancia, un’interrogazione parlamentare che in materia di accreditamenti in Calabria ha presentato il deputato Mario Borghese, un testo depositato agli atti della Camera il 3 marzo scorso. «Nel testo dell’interrogazione di Borghese al ministro Speranza e al ministro per gli Affari regionali – continua Nucci – si chiede appunto di verificare “se nel rilascio delle autorizzazioni di cui all’articolo 8-ter venga rispettato l’ordine cronologico di presentazione delle domande e soprattutto i tempi previsti per il rilascio, atteso che il particolare momento storico richiede la massima trasparenza e soprattutto il rispetto della legalità”. Il deputato Borghese poi focalizza sulla Calabria la sua interrogazione chiedendo ai ministri “se non si ritenga opportuno adottare iniziative, per quanto di competenza, per il tramite del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Calabria, per consentire il rispetto della tempistica per evadere le richieste rimaste inevase ormai da tanto tempo”. Quindi nell’iter tortuoso per gli accreditamenti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie calabresi c’è il forte sospetto che esistano corsie preferenziali. Molto preferenziali. Con alcune pratiche evase in tempi cronologicamente record, ed altre che giacciono nei cassetti a prendere polvere. Del resto il “trucchetto” eventuale per sveltire o non sveltire le pratiche è semplice, basta azionare o non azionare l’Ota, l’organismo tecnicamente accreditante. Vero e proprio strumento in mano al dipartimento Salute. Se si muove l’Ota e si muove “bene” la richiesta di accreditamento può anche prendere una accelerata decisa mentre se si muove “male” o, peggio, non si muove affatto la richiesta si addormenta e va in letargo. Così non va bene, non si può più andare avanti così. Il deputato Borghese chiede ai ministri competenti se non sia il caso di affidare al commissario Longo un’operazione di ricognizione, di verità. Noi chiediamo di più – conclude Nucci -. Oltre a Longo chiediamo che ci dia un’occhiata anche il Presidente della Regione Calabria, Dott. Nino Spirlì, all’iter cronologico degli accreditamenti in Calabria. Lo sappiamo che dalle nostre parti, purtroppo, nulla avviene o non avviene a caso».
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