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Covid, chiudono bar e ristoranti. Crolla l’occupazione giovanile

Secondo i dati FIPE nel 2020 il saldo tra apertura e chiusura delle attività è negativo. 511 bar e ristoranti in meno nella nostra regione

Pubblicato il: 16/03/2021 – 16:13
di Domenico Lo Duca
Covid, chiudono bar e ristoranti. Crolla l’occupazione giovanile

COSENZA Una crisi senza precedenti che ha travolto e continuerà a travolgere il mondo dei pubblici esercizi. La pandemia da Covid-19 sta rappresentando non solo un problema per la tutela della salute pubblica, ma anche per la tenuta economica di alcuni settori. A pagare il prezzo più alto, per la crisi scatenata dai continui apri e chiudi è certamente il mondo della ristorazione e i dati che vengono fuori da un’indagine condotta dalla FIPE – Confcommercio lo confermano pienamente. Nel corso del 2020, in Calabria 1.320 tra bar e ristoranti hanno abbassato definitivamente le saracinesche. A subire il contraccolpo peggiore è la ristorazione (– 661 unità) seguita dai ristoranti e attività di ristorazione mobile (- 376 unità) e dai bar (-283 unità) per un tasso di mortalità che nella nostra regione si attesta a 6.1 (rapporto tra Imprese cessate/imprese attive) contro la media nazionale che è pari a 7.1.

L’unico comparto a mostrare dati in lievissimo incremento è quello della fornitura di pasti preparati (catering) e altri servizi di ristorazione (es: servizio di ristorazione continuativo su base contrattuale), dove le iscrizioni sono state superiori alle cessazioni, con un salto positivo pari a 3 unità produttive nel corso del 2020. Focalizzando l’attenzione a livello provinciale notiamo che a subire il contraccolpo più forte, in termini di imprese cessate, è la provincia di Cosenza (42%) seguita da Reggio Calabria (21%), Catanzaro (18%), Crotone (10%) e Vibo Valentia (9%).

Chiudono le attività e inevitabilmente scompaiono i posti di lavoro. Si registra una preoccupante flessione dei livelli occupazionali. Secondo i dati INPS la contrazione maggiore ha interessato i ristoranti (-25,2%) e i bar (-26,2%), mentre in termini relativi il settore più penalizzato è quello delle discoteche con una diminuzione dell’occupazione dipendente pari al 57,4%. Le figure professionali maggiormente colpite sono stati cuochi, camerieri e barman. E c’è un altro dato allarmante. A pagare il conto più salato di questa crisi, infatti, sono stati soprattutto i giovani: 7 su 10 di coloro che hanno perso il lavoro hanno meno di 40 anni. Visti i dati allarmanti, ci si chiede a questo punto se le misure adottate dal Governo nazionale e regionale siano davvero efficaci o se siano solo uno specchietto per le allodole e soprattutto la campagna vaccinale riuscirà a curare non solo la salute pubblica ma anche quella economica?

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