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Legge 38

Sanità, mons. Savino: «Che fine hanno fatto le cure palliative?»

Il vescovo di Cassano e responsabile Sanità della Cec: «Morire con dignità è una questione di civiltà. Si riprenda la legge ampliandola al Covid»

Pubblicato il: 16/03/2021 – 15:26
Sanità, mons. Savino: «Che fine hanno fatto le cure palliative?»

CASSANO ALLO IONIO «Che fine ha fatto la Legge 38 sulle cure palliative?». A chiederselo è il vescovo della diocesi di Cassano monsignor Francesco Savino, nella sua funzione di responsabile Sanità all’interno della Conferenza episcopale calabrese (Cec).
«Il 15 marzo del 2010 il Parlamento Italiano – afferma mons. Savino – ha scritto una delle pagine più belle della storia italiana approvando all’unanimità la legge 38: “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”. Una legge che dà finalmente dignità alle persone sofferenti e alle loro rispettive famiglie decretando l’obbligo di istituire in tutte le Regioni italiane reti locali di cure palliative e di terapie del dolore. Indubbiamente molto è stato fatto in questi anni, basti ricordare i traguardi normativi raggiunti solo nell’ultimo anno: l’istituzione della Scuola di Specializzazione in cure palliative, l’istituzione del corso obbligatorio in cure palliative pediatriche nell’ambito della Scuola di specializzazione in pediatria, l’intesa del 9 luglio 2020 sulla formazione dei volontari in cure palliative e in terapia del dolore, e gli accordi del 27 luglio 2020 rispettivamente sull’accreditamento delle reti di cure palliative e delle reti di terapia del dolore. Ma se è vero che sono da registrare obiettivi importanti raggiunti, è anche vero che dobbiamo evidenziare le ombre che permangono ancora nella erogazione delle cure palliative nell’assistenza sul territorio. Le cure palliative hanno sofferto più di altre specializzazioni cliniche la pandemia del Covid-19: spesso sono relegate alla sola Assistenza Integrata Domiciliare, che tuttavia necessita ancora di un potenziamento. La terapia del dolore nell’assistenza ai malati sembra abbandonata a se stessa: molte volte, chi ne ha bisogno – sottolinea il responsabile della Sanità per la Cec – è costretto, soprattutto al centro-sud Italia, a rivolgersi al privato. La legge 38 obbliga il SSN a fornire risposte certe alle richieste assistenziali dei cittadini soprattutto nel fine-vita. Nella memoria, oggi, di 11 anni dalla promulgazione della legge sulle cure palliative, ritengo sia diventato urgente nonché necessario attivare un processo di acculturazione alla legge rivolto a chi ha responsabilità politico- istituzionali nazionali fino a chi gestisce la sanità a livello locale-regionale».
«Morire con dignità – conclude mons. Savino – è una questione di civiltà e di democrazia. Trascurare e non sostenere con tutti i supporti possibili l’accompagnamento del malato terminale è segno di un imbarbarimento dell’uomo e della cultura sanitaria in Italia che vuole abdicare al compito di assicurare all’individuo una adeguata educazione alla morte e al morire. È l’ora di riprendere lo spirito della legge 38, rilanciarla, ampliandola con tutto ciò che le sfide del Covid e del post-Covid impongono e imporranno».

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