LAMEZIA TERME Nuovo appuntamento con “20.20”, il settimanale di approfondimento in onda questa sera alle sul canale 211. Ospite di Danilo Monteleone e Ugo Floro, Don Giacomo Panizza, fondatore della “Progetto Sud”. Com’è noto, nei giorni scorsi la comunità , che opera a Lamezia Terme, è stata fatta oggetto di nuovi pesanti atti intimidatori ai danni di alcuni suoi collaboratori. «Un messaggio forte- ha dichiarato Panizza- che va qualificato senza mezzi termini come mafioso, e non come frutto di azioni commesse da balordi. Un attacco in pieno giorno alla serenità dell’anello debole della nostra catena sociale. E’ evidente che le nostre attività diano ancora fastidio, specie quelle finalizzate al pieno recupero di beni immobili confiscati dallo Stato alla criminalità, che la comunità ha saputo riempire di contenuti e di persone». Don Giacomo che ha dichiarato di aver molto apprezzato i tanti messaggi di solidarietà e vicinanza giunti subito dopo l’accaduto dalla società e dal mondo politico, ha riferito di un proficuo incontro con il Procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri. «Non mi stancherò mai di invitare le istituzioni e la pubblica amministrazione – ha sottolineato Panizza – a dare segnali concreti all’indirizzo dei più deboli e della disabilità, ambiti nei quali la Progetto Sud impiega tutte le sue energie , ma che spesso sono frenati dalla lentezza , voluta e non, di tutte quelle procedure che servono per ottenere fondi per poter andare avanti. Dispiace dirlo, ma in Calabria è tutto fermo, con l’aggravante che non esistono riferimenti certi». Il riferimento di Don Giacomo è anche alle tante opportunità di finanziamento di progetti che potrebbero recare sollievo ai più deboli , ma che gli uffici a vari livelli amministrativi , colpevolmente, si fanno sfuggire.
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