CATANZARO Nell’incredibile groviglio e nel caos che da anni sta caratterizzando l’azione della Camera di Commercio di Catanzaro arriva un punto fermo ma continuano a non mancare dubbi e zone d’ombra. Il punto fermo è quello decretato oggi dal Tar, che ha accolto il ricorso del presidente della Camera di Commercio di Catanzaro Daniele Rossi, della sua vice Tommasina Lucchetti e del consigliere camerale Francesco Viapiana contro il decreto numero 117 del 23 ottobre 2018 dell’allora presidente della Giunta regionale Mario Oliverio con cui si riteneva che la Giunta camerale fosse illegittima: con quell’atto era stato nominato un commissario erano stati conferiti tutti i poteri del presidente, del Consiglio e della Giunta Camerale, ma adesso la prima sezione Tribunale amministrativo regionale, annullando il decreto regionale, ha sancito la legittimità degli organi all’epoca costituiti. Il Tar dunque chiude pagina ma sulla Camera di Commercio di Catanzaro continuano ad addensarsi alcune nubi e interrogativi: a fine dicembre infatti – riferiscono fonti accreditate – Rossi è decaduto da presidente, ma avrebbero continuato a firmare atti e determine – due esempi, una del 5 marzo sul patrocinio gratuito per un’associazione culturale e una del 16 marzo sull’adesione ai progetti di Unioncamere a valere sul fondo di perequazione 2019/2020 – nelle more della sua nomina a commissario della Camera di Commercio di Catanzaro, nomina che a tutt’oggi non sarebbe arrivata, a differenza di quanto avvenuto per gli enti camerali di Crotone e Vibo Valentia, per i quali il Mise ha provveduto con due decreti del 21 gennaio scorso.
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