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Il caso

«In 19 mesi è stata scritta la Costituzione e nello stesso tempo Corigliano Rossano non riesce a dotarsi dello Statuto»

L’ex vicesindaco Nicola Candiano, esperto amministrativista, analizza criticamente l’operato della Commissione consiliare

Pubblicato il: 17/03/2021 – 18:34
di Luca Latella
«In 19 mesi è stata scritta la Costituzione e nello stesso tempo Corigliano Rossano non riesce a dotarsi dello Statuto»

CORIGLIANO ROSSANO «Nessun articolo sul Documento Unico di Programmazione (DUP), nessun riferimento al Direttore Generale, nessuna traccia del Patrimonio». Continua a destare grandi perplessità il lavoro della Commissione sullo Statuto della città di Corigliano Rossano. L’avvocato Nicola Candiano, già vicesindaco di Rossano ed esperto amministrativista non è la prima volta che analizza criticamente l’operato della Commissione “Statuto”, il gruppo di consiglieri comunali che da molti mesi, sotto le direttive di Maria Salimbeni e delle forze consiliari di maggioranza sta lavorando alla redazione della “magna carta” che regolamenterà la vita amministrativa comunale.
Ad oggi, lo statuto in adozione è quello ereditato dall’ex comune di Corigliano, ordinamento che non contemplava e non prevede oggi le figure dirigenziali di cui si sta dotando il sindaco Flavio Stasi anche in questi giorni, e le cui nomine – attraverso l’ex art.110 del Tuel – sempre secondo Candiano deviano verso l’illegittimità.
«Nessun articolo è stato licenziato in maniera definitiva e restano più che confermati i dubbi che possa essere ricondotto ad una sintesi organica finale», aggiunge l’avvocato che poi fa notare soprattutto come «dal 25 giugno 1946 al 31 gennaio 1948 si svolsero e si conclusero i lavori per la redazione della Costituzione Repubblicana, mentre dal giugno 2019 al marzo 2021, il Comune di Corigliano Rossano non è ancora riuscito a dotarsi dello Statuto». Peraltro, nella legge regionale di istituzione della città “nuova” si indica in sei mesi, dall’insediamento dell’amministrazione comunale, il lasso di tempo necessario per redigere lo statuto. Di mesi, dal giugno 2019 ne sono passati 19.
«Nel merito – chiariscono gli avvocati Nicola e Luca Candiano proseguendo nell’analisi dei lavori della Commissione Statuto – non sono state ancora operate in maniera condivisa scelte di fondo. Ma a questo punto, bisogna assolutamente evitare la tentazione di dare un’improvvida accelerazione, a scapito della qualità del risultato. Siamo di fronte ad un prodotto che complessivamente solleva forti dubbi che possa essere ricondotto ad una sintesi organica finale. Sugli ultimi titoli divulgati dalla Commissione, si utilizzano termini che paiono sintomi di una rinuncia all’innovazione, se non addirittura all’esercizio dell’Autonomia, scopo essenziale dello Statuto. Per l’evoluzione che hanno subito negli anni, gli istituti in esame, nella struttura dello Statuto, avrebbero dovuto essere ricondotti all’idea primaria della programmazione e non essere considerati invece segmenti di competenze sotto il profilo dinamico e porzioni di materie sotto quello statico».
Per i due esperti amministrativisti «è sufficiente rilevare che non si è ritenuto nemmeno di riservare la dignità di un articolo dedicato al Documento Unico di Programmazione (D.U.P.), catalizzatore e contenitore entro cui verificare le compatibilità di tutte le azioni di governo ed amministrative dell’Ente». E poi, il titolo sull’Organizzazione ed il Personale «ancora una volta si presenta per gran parte come un’inutile ripetizione di disposizioni di legge. Non viene sufficientemente valorizzata, ad esempio, la portata riformatrice del concetto di fabbisogno rispetto alla dotazione organica e, appunto, la sua riconduzione alla programmazione pluriennale (P.T.F.P.) ed il collegamento con il Dup».
«Manca qualsiasi riferimento al Direttore Generale ex articolo 108 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), mentre sorprendentemente ed in controtendenza viene riservata espressa disciplina al Segretario Comunale, figura ibrida e da tempo in crisi di identità, spesso dubitata persino di incompatibilità con l’Autonomia costituzionalmente garantita agli Enti locali», puntualizzano ancora i Candiano. Inoltre, «è opportuno che lo Statuto si preoccupi di normare lo Staff del Sindaco, per esempio ancorando la dotazione di personale e mezzi a preventivi criteri obiettivi. Sul titolo, Contabilità e Patrimonio va evidenziato il senso circoscritto del termine Contabilità, inadeguato a rappresentare la complessa azione amministrativa volta a programmare e realizzare entrate certe per sostenere una spesa qualificata e finalizzata al raggiungimento degli obiettivi di Governo, mentre, curiosamente ed a dispetto del titolo, della disciplina del Patrimonio non vi è traccia. E la mancanza – concludono gli avvocati Candiano – è stupefacente se solo si pensa all’importanza che per la nostra Città ha il tema della tutela e valorizzazione dei beni pubblici o comuni, come dimostrano le vicende di Insiti e degli usi civici. È bene – terminano Nicola e Luca Candiano – che si corra ai ripari». (l.latella@corrierecal.it)

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