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l’indagine

«L’arsenale era nelle disponibilità dei clan della Sibaritide»

Il capitano della compagnia dei Carabinieri di Corigliano, Calascibetta: «I Ris stabiliranno se sono state utilizzate per eventi delittuosi»

Pubblicato il: 18/03/2021 – 14:32
di Luca Latella
«L’arsenale era nelle disponibilità dei clan della Sibaritide»

CASSANO ALLO IONIO Che quelle armi appartengano ai clan della Sibaritide e del Cassanese «è fuori da ogni dubbio». Il ritrovamento nei giorni scorsi di un vero e proprio arsenale – composto da Kalashnikov, pistole, pistole mitragliatrici e 1.200 munizioni di vario calibro – in un agro di Cassano, ai confini con Corigliano-Rossano, inducono i carabinieri di Corigliano, che stanno effettuando le indagini, ad avere idee chiare sulla “riconducibilità”.
«È certo che l’arsenale rinvenuto sia riferibile ai clan che operano nella Sibaritide ed a Cassano – spiega il capitano Cesare Calascibetta, comandante della compagnia di Corigliano che supervisiona le operazioni anche della tenenza di Cassano – ma che siano state utilizzate, o meno, per eventi delittuosi lo stabilirà il Reparto investigazioni scientifiche e la loro banca dati per le dovute comparazioni».
I carabinieri sono convinti anche che le armi sequestrate mercoledì mattina siano «solo una parte dell’arsenale a disposizione delle cosche e riteniamo – aggiunge Calascibetta – che ve ne possano essere altre in giro ed è probabile che siano state occultate furbamente in terreni incolti per tentare di depistarne la riconducibilità».
Contrada Corsi, dista poche centinaia di metri dal vecchio tracciato della statale 106, all’incrocio del bivio che immette sulla statale 534 rimodernata. A est confina con Lattughelle, altra contrada del Cassanese al centro di alcune vicende di cronaca nera come Apollinara, con cui confina a sud e già territorio Coriglianorossanese al di là del fiume Crati.
I carabinieri sono intervenuti in quell’area, in piena campagna. Il rastrellamento con l’ausilio delle unità cinofile addestrate per la ricerca di armi e lo Squadrone Cacciatori Eliportato di Vibo Valentia è durato alcune ore e proprio grazie al fiuto del cane, indirizzato dall’intuito dei carabinieri, ha permesso di rinvenire prima un bidone in cui erano nascoste delle munizioni, celato in un canale di irrigazione. La perlustrazione dell’area ha poi consentito agli uomini di Calascibetta di trovare – sempre sottoterra – pistole, mitragliatrici e caricatori ed il Kalashnikov.
Al momento, però, non è dato sapere se siano state utilizzate e spetterà ai Ris stabilirlo come accennato dal captano Calascibetta. Le indagini dei carabinieri, nel frattempo, proseguono ed e probabile che la ricerca di armi non si fermi alla sola contrada Corsi, nel cuore della Piana di Sibari. Un territorio su cui aleggia un conflitto silenzioso di ‘ndrangheta, dopo la morte di Leonardo Portoraro, avvenuta a Villapiana – qualche chilometro più a nord – all’inizio dell’estate 2018. In questi ultimi tre anni la Sibaritide è stato teatro di altri cinque delitti: Pietro Greco e Francesco Romano ad Apollinara, Pietro Longobucco a Corigliano-Rossano, Francesco Elia a Cassano e Giuseppe Gaetani a Sibari.

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