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Reggio, mix nella somministrazione dei vaccini. «Sono arrivate le scuse dell’Asp»

Dopo il caso della 82enne che ha ricevuto una dose di Pfizer al posto di Moderna, il neocommissario Scaffidi chiama paziente e parenti

Pubblicato il: 18/03/2021 – 16:40
Reggio, mix nella somministrazione dei vaccini. «Sono arrivate le scuse dell’Asp»

REGGIO CALABRIA Arrivano le scuse dell’Asp di Reggio Calabria dopo la vicenda dell’errore sui vaccini somministrati a una donna 82enne che si è vista inoculare il siero Pfizer anziché quello Moderna (com’era avvenuto per la prima dose). A raccontarlo al Corriere della Calabria è il nipote acquisito, Enzo Musolino, che nella mattinata di questo 18 marzo ha ricevuto la chiamata del neo commissario Gianluigi Scaffidi. «Al commissario – spiega – ho detto che siamo orgogliosi di quello che fa l’Asp per fronteggiare l’emergenza pandemica, ma questo non può giustificare l’errore grossolano commesso dall’Istituzione. Domattina ci incontreremo presso la sede dell’Asp».

La vicenda e l’intervento di carabinieri e Nas

Il caso dello scambio di vaccini è stato denunciato in prima battuta dal nipote acquisito della donna a Reggio Tv. «Mia moglie ha accompagnato la zia a fare il richiamo del vaccino. Come prima dose le era stato somministrato Moderna presso il centro vaccinale dell’Asp di Reggio Calabria», spiega.
La seconda dose doveva essere inoculata presso il centro vaccinale allestito a Palazzo Campanella, sede del consiglio regionale. «Si è presentata – sottolinea il nipote – compilando regolarmente i moduli del consenso informato che deve essere sottoscritto anche per la seconda dose. Era espressamente indicato che avrebbe dovuto ricevere il vaccino Moderna». Ma dopo la somministrazione, l’operatore sanitario si accorge dell’errore. «Si sono resi conto di aver sbagliato e di aver somministrato Pfizer».
Dopo i primi momenti di panico, trascorsa la tempistica canoninca, gli operatori hanno cercato di tranquillizzare la donna «dicendo che le molecole dei due vaccini sono uguali quindi non c’era da preoccuparsi». Ma la novità – e forse l’unicità – della situazione richiedevano una verifica in più.
Dopo l’intervento, il nipote chiede ai sanitari di certificare l’errore. «Mi è stato però presentato un foglietto dove c’era scritto soltanto che ieri aveva fatto Pfizer, nient’altro».
Da qui la richiesta d’intervento alle forze dell’ordine. «Ho chiamato il 112 e sono intervenute due pattuglie dei carabinieri che hanno identificato il personale coinvolto». È seguito l’intervento dei Nas che hanno verbalizzato quanto avvenuto. «Siamo andati al comando provinciale dove siamo stati resi edotti dell’apertura del fascicolo e della speranza che non si debba riempire della casella relativa all’effetto avverso». La paziente non presenta attualmente sintomi o effetti particolari ma è comprensibilmente preoccupata.

Per l’Asp non dovrebbero esserci effetti collaterali

Sempre nella mattinata odierna, Sandro Giuffrida, direttore dell’Unità operativa complessa di Igiene e Sanità dell’Asp di Reggio Calabria ha rilasciato una dichiarazione dove rassicura escludendo possibili effetti collaterali. «È vero, – ha dichiarato – che la signora avrebbe dovuto fare la seconda dose di vaccino Moderna e invece ha fatto il Pfizer, probabilmente per una svista dell’operatore, ma si tratta di due vaccini praticamente identici e quindi non dovrebbero esserci problemi, anzi, non ce ne saranno. Nonostante questo, la paziente è stata immediatamente avvertita, è stato tutto registrato, è stato fatto un verbale e sono intervenuti anche i Carabinieri».
Ma Giuffrida aggiunge che nei prossimi mesi, addirittura, i vaccini menzionati potrebbero diventare intercambiabili. «In teoria, anche se avesse fatto AstraZeneca non ci sarebbero stati problemi. Ripeto, stiamo andando verso una situazione nella quale i vaccini saranno tutti intercambiabili tra loro. Si è trattato una distrazione che capita una volta su un milione di somministrazioni».
È seguita la chiamata del commissario Scaffidi al parente della paziente interessata, che aggiunge: «L’Asp non può giustificare l’errore, né può essere scaricata parte della responsabilità sulla paziente che non si sarebbe potuta nemmeno avvicinare al vaccino senza previa identificazione, documentazione relativa alla prima dose e consenso informato. Domani parlerò anche di questo col commissario, il cui atteggiamento è sembrato aperto e collaborativo». (f.d.)

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