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Sanità, Sapia: «Speranza ha aperto un confronto sui fondi per la Calabria»

Il deputato di “Alternativa c’è”: «Ridefinire i criteri di assegnazione delle risorse significa levare dal baratro il Servizio sanitario della Calabria»

Pubblicato il: 18/03/2021 – 11:48
Sanità, Sapia: «Speranza ha aperto un confronto sui fondi per la Calabria»

CATANZARO «Finalmente il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha preso atto della necessità di discutere della ripartizione delle risorse del Fondo sanitario nazionale. A riguardo, il ministro ha aperto alla mia richiesta di un confronto parlamentare sul punto specifico, non più rinviabile». Lo afferma, in una nota, il deputato Francesco Sapia, di Alternativa c’è. «Questa – prosegue – è la madre di tutte le battaglie. Sulla base del quadro epidemiologico e della vulnerabilità sociale nei singoli territori, ridefinire i criteri di assegnazione delle risorse significa levare dal baratro il Servizio sanitario della Calabria, che ogni anno riceve dallo Stato trasferimenti inferiori di almeno 150 milioni rispetto al proprio fabbisogno di cure. Se cambiassimo gli attuali criteri di ripartizione rapportandoli al dato dei malati cronici, in breve tempo la Calabria uscirebbe dal commissariamento e dal Piano di rientro, come ho sempre chiarito con atti e interventi parlamentari documentati. Ciò permetterebbe alla Regione Calabria di gestire in proprio la sanità, di cambiare abitudini, di investire in nuove assunzioni, prevenzione, tecnologia, specialistica e assistenza territoriale. Così il Servizio sanitario calabrese cambierebbe volto e garantirebbe pienamente la tutela della salute; il che oggi è impossibile perché, in quanto a risorse, la coperta è troppo corta». «Se l’intendimento di Speranza è, come il mio, di porre fine a un’ingiustizia che si trascina da 21 anni, significa – conclude Sapia – che siamo sulla buona strada per riequilibrare le grandi differenze tra la sanità del Sud e quella del Nord, spesso giustificate con fattori esistenti, come la mafia, la corruzione e la dipendenza manageriale dalla politica, ma mai tanto pesanti come i minori trasferimenti, che nel caso della Calabria superano i 2 miliardi e mezzo complessivi».

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