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lo scontro

Contagi, sicurezza e disorganizzazione: a Lamezia la Polizia locale è sul piede di guerra

Tre i positivi accertati e diverse criticità denunciate. Chiesto un incontro al Commissario Priolo. Si va verso lo stato di agitazione

Pubblicato il: 20/03/2021 – 10:05
di Giorgio Curcio
Contagi, sicurezza e disorganizzazione: a Lamezia la Polizia locale è sul piede di guerra

LAMEZIA TERME Polizia Locale sul piede di guerra. A Lamezia Terme si infiamma lo scontro tra gli agenti del comando (rappresentati dai sindacati Uil-Fpl, Cisl-Fp, Cgil-Fp, Diccap-Sulpl e Rsu) e il dirigente della Polizia locale lametina, Pasquale Pupo, e che ormai va avanti da giorni tra botta e risposta, smentite e riunioni sindacali. 

L’incontro

Diversi i temi sul tavolo e le criticità che, in alcune circostanza, hanno assunto i contorni di una vera e propria emergenza. Se n’è discusso nell’incontro organizzato lo scorso 17 marzo, nel corso del quale i lavoratori e i sindacati hanno sottolineato tutte le criticità «che il personale vive quotidianamente» e che rendono «precario, pesante e insicuro l’espletamento del servizio». 

Positivi al Covid tre agenti

A far traboccare il vaso è stata in particolare l’emergenza Covid-19 e il pericolo, concreto, dell’esplosione di un focolaio tra il personale della Polizia locale lametina.  Il tutto sarebbe partito da un caso accertato di positività di un componente del corpo, venuto però a contatto con gli altri colleghi. L’agente positivo aveva avuto contatti stretti con un’altra collega, risultata anche lei positiva al Covid-19, e così, dopo soli tre giorni, era stato sottoposto al tampone, risultato poi negativo. «Il sabato successivo – così come ricostruito dai colleghi durante la riunione – il collega era stato comandato di servizio che prestava anche la domenica. Al lunedì, per suggerimento del proprio medico curante, l’operatore si sottoponeva ad ulteriore tampone (rapido) che risultava positivo. Positività che veniva confermata da tampone molecolare effettuato presso l’USL , il mercoledì successivo».  E così, su decisione del dirigente, i colleghi venuti a contatto con l’operatore positivo sono stati posti in ferie d’ufficio, con il tampone che è poi risultato negativo per tutti, tranne che per un altro agente, risultato positivo al tampone molecolare richiesto dal medico curante e con il contagio si è propagato a tutti i componenti del nucleo familiare. Insomma, un rischio enorme per l’intero Comando lametino ma che nei giorni scorsi era stato minimizzato dal vertice gestionale, Pasquale Pupo e Aldo Rubino. «È stato rappresentato un quadro non corrispondente al vero, minimizzando la gravissima situazione, e mettendo con ciò in pericolo tutti gli operatori ed i loro familiari, nonché i cittadini/utenti». 

La carenza di fondi

Altro aspetto rilevante emerso dall’incontro è la carenza di fondi e «l’assoluta mancanza di iniziative del Dirigente al quale è stato più volte sottoposto il problema (…) con il personale costretto a non poter spedire centinaia di verbali per violazioni amministrative, per la mancanza di fondi per l’invio, tramite poste, delle raccomandate». Mancano, inoltre, anche i fondi necessari alla gestione e la manutenzione dei veicoli in dotazione «fermi per piccoli guasti od in attesa di semplice tagliando». 

La mancata liquidazione e la violazione degli accordi

Nel corso della riunione è discusso anche del mancato riconoscimento delle specifiche responsabilità (anno 2017) e «della mancata liquidazione delle stesse, per una parte degli operatori individuati dall’allora Dirigente, nonchè dell’immotivata liquidazione parziale per quei pochi operatori cui è stata legittimamente riconosciuta». È stata evidenziata inoltre «la violazione di accordi contrattuali in materia di riposo settimanale che, per ragioni legate alla organizzazione, comunque non giustificate, viene “concesso”, anche dopo tredici giorni lavorativi consecutivi, con le conseguenze che ne derivano, per personale che opera all’esterno, conduce veicoli di servizio, in assenza delle condizioni di recupero psico-fisico che ne potrebbero compromettere la sicurezza». In materia di organizzazione dei servizi, ancora, sono state evidenziate «criticità rispetto alla gestione del personale nelle giornate di domenica, quando il contingente minimo impiegato, deve far fronte a qualsiasi evenienza, garantendo servizi che, in precedenza, venivano garantiti da un numero di unità di gran lunga superiore». 

Verso lo stato di agitazione

I partecipanti dell’assemblea hanno così deciso di chiedere un incontro urgente con il commissario prefettizio del Comune di Lamezia, Giuseppe Priolo, annunciando allo stesso tempo di aver preso in considerazione «l’ipotesi di indire nei prossimi giorni lo stato di agitazione del personale della Polizia Locale». (redazione@corrierecal.it)

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