CORIGLIANO ROSSANO La teoria è quella della coperta corta. Quando si tira da una parte per aprire un reparto di terapia sub-intensiva e si scopre dall’altra, svuotando un altro reparto Covid, i problemi di assistenza ai pazienti si moltiplicano.
È quanto starebbe accadendo sull’asse Corigliano Rossano-Cosenza. Da qualche ora nel capoluogo sono stati attivati dieci nuovi posti letto di terapia sub-intensiva, ma sottraendo cinque infermieri in servizio al reparto Covid del “Giannettasio”.
Personale che sulla carta non sarebbe sufficiente né per un servizio né per l’altro se è vero com’è vero che il rapporto malato-infermiere nelle sub-intensive è 1 a 3. I cinque non bastano a coprire, quindi, il servizio per i 10 posti letto sub-intensivi e scoprono ulteriormente il già falcidiato personale del polo Covid di Corigliano Rossano.
In altri termini «si tenta di spogliare un santo per vestirne un altro» mormora fra i denti più di qualche infermiere costretto al surplus di lavoro che supera anche le sedici ore consecutive. In tutto questo anche i tre pneumologi pare siano costretti a fare da spola fra i due reparti.
Cosa accadrà fra qualche giorno, quando saranno consegnati i lavori per il reparto Covid nuovo di zecca, realizzato al quinto piano dell’ospedale di Rossano è di difficile interpretazione. Saranno trenta i posti letto disponibili ma con personale risicatissimo. Oggi la pneumologia Covid rossanese che sulla carta è dotata di dieci posti letto, di ricoverati ne conta diciassette. Le stanze singole sono diventate doppie ed anche i locali che un tempo erano destinati all’Unità di terapia intensiva cardiologica, privi di una finestra, ospitano ben quattro pazienti affetti dal virus. (l.latella@corrierecal.it)
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