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Dad e alunni disabili, l’allarmante rapporto Istat sull’inclusione tra i banchi: il numero cresce al Sud

Tra i lasciti culturali del movimento di protesta sviluppatosi nel 1968, vi è il modo di concepire la scuola, oggetto di riflessione sia degli studenti in lotta contro l’autoritarismo sia di pedag…

Pubblicato il: 20/03/2021 – 18:01
di Caterina Capponi*
Dad e alunni disabili, l’allarmante rapporto Istat sull’inclusione tra i banchi: il numero cresce al Sud

Tra i lasciti culturali del movimento di protesta sviluppatosi nel 1968, vi è il modo di concepire la scuola, oggetto di riflessione sia degli studenti in lotta contro l’autoritarismo sia di pedagogisti orientati a valori alternativi.
Il riferimento è all’esperienza di Controscuola di Barbiana, a onor del vero, sorta anche in seguito alle suggestioni prodotte, dopo la conclusione del Concilio Vaticano II.
Già dagli anni Cinquanta don Milani-aveva dato il via a linee pastorali-più aperte e interpreti del cambiamento sociale-si era reso protagonista di una notevole trasformazione, nel modo di intendere la scuola, ancora sul finire degli anni Sessanta troppo discriminatoria, tanto che nel 1967 vedeva la luce Lettera ad una professoressa.
Testo ancora di riferimento per molti docenti, fermamente convinti, che l’esercizio della funzione docente, debba essere intesa a partire da una vera e propria missione sociale, non riducibile ad un mera azione di trasmissione culturale.
Se si perdono i ragazzi più difficili, la scuola non è più scuola. È un ospedale che cura i sani e respinge i malati- così Lorenzo Milani – docente ed educatore cattolico esordiva – adottando il motto “I care”, letteralmente mi importa, mi interessa, ho a cuore.
È il caso di stilare un bilancio, trascorso ad un anno dall’inizio della pandemia Covid, e non sempre la soluzione migliore, per gli studenti diversamente abili è stata la didattica in presenza, perché di fatto non sono state salvaguardate l’integrazione e la socializzazione.
Un chiaro allarme, con tanto di richiesta formale al Governo arriva da Carla Garlatti, Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
Il pericolo paventato è emerso, inoltre, nel corso di un incontro istituzionale con il ministro per le disabilità Erika Stefani – secondo quanto dichiarato dal Garante – la didattica a distanza “ha lasciato indietro un alunno con disabilità su quattro, vale a dire il 23%, con maggiori tassi di esclusione nelle regioni del sud”.
Dal rapporto dell’istituto statistico risulta infatti che oltre il 23% degli alunni con disabilità (circa 70 mila) non ha preso parte alle lezioni. Percentuale che nel Sud Italia raggiunge addirittura la percentuale del 29%. Le motivazioni sono principalmente da riscontrare nella gravità della patologia e nella mancanza di collaborazione dei familiari. In effetti bisogna riflettere su cosa possa voler dire per un ragazzo non vedente o non udente seguire una lezione online, o anche per un ragazzo che ha difficoltà a muovere il corpo senza la presenza di un insegnante di sostegno accanto. Oppure consideriamo gli autistici, che hanno per forza la necessità di fare lezione in presenza. (Fonte Orizzonte Docenti.it)
Si è aperta una vertenza, fuori da ogni ragione dalla quale non si può distogliere lo sguardo attento e volitivo, di chi se ne appropria come se questi ragazzi fossero i propri figli.
Con tutta la nostra forza, e la tenacia di una vera ribellione civile, chiediamo alle più alte cariche di questa nostra amata Regione Calabria di risolvere la questione, senza più rimandare a domani, a meno ché non si voglia con indifferenza accettare l’esistenza di Figli di un dio minor, parafrasando il titolo del film di Randa Haines,(1986) bellissima storia d’amore, per affrontare il tema della sordità.
Le soluzioni percorribili sono molteplici, assicurare la presenza in classe dello studente disabile insieme al docente di didattica speciale, i docenti curriculari e un gruppo di compagni; realizzare mediante la valorizzazione delle strategie progettuali percorsi di inclusione che possano coinvolgere Scuola-famiglia-enti territoriali.
Un’ulteriore idea sempre suggerita dal Garante Nazionale, l’istituzione di una Banca dati dei bambini e adolescenti disabili mediante un progetto Istat.
Tante le opzioni possibili nel rispetto dei bisogni e delle emergenze dei singoli territori, a seguito di un rigoroso monitoraggio, non delegabile certo al docente o agli operatori scolastici in genere-ma sotto l’esclusiva responsabilità delle Unità multidisciplinari- Nostro malgrado non sufficientemente presenti nelle Istituzioni scolastiche in condizioni normali-quasi del tutto assenti a causa della pandemia covid.
Non certo per lassismo, dei membri che ne fanno parte, immaginiamo trattasi di problematiche inerenti le pastoie burocratiche.
Così come composta l’Unità multidisciplinare con tutte le sue figure specifiche (neuro-psichiatra infantile, psicologo, pedagogista, assistente sociale, tecnici della riabilitazione come logopedisti, fisioterapisti, psicomotricisti, più consulenti nella patologia segnalata) può assicurare risposte certe sull’eventuale recrudescenza della patologia dello studente, oltre a garantire controlli periodici per una valutazione globale e in itinere, sull’andamento del soggetto nelle fasi evolutive dal punto di vista clinico, relazionale, delle capacità residue e delle potenzialità di apprendimento.
Disattendere questi compiti, in un momento come quello attuale, significa relegare fasce fragili delle nostre giovani generazioni all’esclusione definitiva, dai processi di scolarizzazione e sviluppo personale.
Non dice questo il dettato costituzionale, proprio l’articolo 3, invece, sostiene la disabilità, affermando che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” e che “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Siano rimossi una volta per tutte, questi ignominiosi e indegni intralci al rispetto, più che sacrosanto, della dignità umana.

*docente

                                                                                       

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