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«La lotteria dei candidati e la Calabria da riabilitare»

De Magistris è candidato col “fai da te”, Occhiuto è candidato quasi, nelcentrodestra, Irto è sceso in campo con la benedizione incerta del Pdpartito in Calabria esistente a sua insaputa, Spirlì a…

Pubblicato il: 20/03/2021 – 10:18
di Mimmo Nunnari
«La lotteria dei candidati e la Calabria da riabilitare»

De Magistris è candidato col “fai da te”, Occhiuto è candidato quasi, nel
centrodestra, Irto è sceso in campo con la benedizione incerta del Pd
partito in Calabria esistente a sua insaputa, Spirlì affida al cuore padano di
Salvini le sue sorti. Come andrà a finire non lo sappiamo. Certo c’è tempo,
perché le elezioni del presidente della Giunta e del nuovo consiglio
regionale sono state rinviate, ma al momento la situazione è questa. C’è
da piangere. Sembra la presentazione dei palinsesti delle grandi reti
televisive: si dicono i nomi dei presentatori, ma non si sa come saranno i
programmi. Un po’ come succede col festival di Sanremo. Ci si candida a
condurlo, ma con quali idee e novità si saprà dopo. Appunto, quali idee e
novità, per il futuro della Calabria, non lo sappiamo. Non siamo fortunati,
in Calabria. Il primo presidente Antonio Guarasci, leader di grande
intelligenza e capacità che aveva aperto le porte alla speranza è morto in
un tragico incidente stradale, qualche anno dopo l’elezione. L’ultimo, la
rimpianta Jole Santelli che tra non poche insufficienze aveva però buttato
con passione e amore per la sua terra il cuore oltre l’ostacolo ci ha lasciati
come in una tragedia greca, provocando con la sua scomparsa grande
dolore, in tutti. Ci vorrebbero i programmi e idee, prima ancora delle
candidature. C’è da sapere quale piano di sviluppo, quale spirito di
riconciliazione, quale ambizione, quale sogno, si ha per la Calabria di
domani, una regione al presente in agonia. Soprattutto c’è da sapere
come si vorrà restituire dignità al popolo calabrese, vittima
dell’indifferenza e dell’assenza dello Stato, notoriamente in Calabria
occhiuto ma non governante, un popolo vittima di decenni di
malamministrazione contaminata dal sistema mafioso che sta soffocando
l’ultimo respiro di una terra antica marchiata di infamie e calunnie, frutto
di pregiudizi esterni e di colpe interne che è inutile negare. Ecco da
nessuno dei candidati attuali o quasi candidati o sognatori di candidature,
arrivano segnalo su come si pensa di risolvere la questione Calabria, che è
questione recintata dentro la questione meridionale: perché isolata,
peggiore, in tutti i sensi, rispetto alle altre questioni. Ma qui i programmi
non hanno importanza: non si elaborano, tuttalpiù si copiano.
L’esperienza l’abbiamo: recentemente è stato fatto un copia incolla
sbirciando sui siti web di altre regioni, copiando dalla Lombardia un
documento di programmazione regionale. In passato s’è copiato un intero
capitolo di bilancio della regione Piemonte per monitorare il fiume Po,
forse confuso col Crati il Busento il Coscile il Corace o l’Amendolea.
Copiare è un’antica e nobilissima arte, ma un poco d’attenzione non
guasterebbe. Lo sanno pure i ciucci a scuola che ci vuole impegno a spiare
i compiti dei secchioni. Forse tutti i candidati attuali dovrebbero fare un
passo indietro. Favorire una candidatura “terza”, prendendola dalle
eccellenze che si trovano nel territorio in tutti i campi del sapere, della
sanità, della produzione, del lavoro, dell’innovazione. Ora o mai più. E’
questo il tempo per salvare la Calabria con una Grande Coalizione (perché
no?), la più grande possibile, con fuori i partiti che da tempo si sono
trasformati in tribù interessate ad occupare le posizioni conquistate e in
etnie sociali suddite dei partiti nazionali. Con un programma popolare,
equilibrato ed esteso a tutto il territorio regionale, con una visione che
metta il Nord della Calabria nelle condizioni di dialogare con Basilicata e
Puglia e il Sud della Calabria con la Sicilia, sollecitando al Governo
nazionale la messa in campo di quello spirito del dopoguerra che diede
grande sollievo al Mezzogiorno.
“Riabitare e rialibitare la Calabria” può essere lo slogan. Riabitarla con chi
è stato costretto ad andare via portando fuori talento e intelligenza,
braccia e cuore. Questo ci vuole se si ha coraggio. Le candidature e le
autocandidature così come sono lasciano il tempo che trovano. Sono solo
lotteria da sala giochi.

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